Benevento. Tribunale del lavoro condanna il MIUR. 60mila euro di risarcimento per due docenti

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Docenti Docenti

Due docenti sanniti hanno ottenuto un risarcimento record di 60 mila euro dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca. 

Condanna per il Ministero dell’Istruzione che,  "per anni ha sfruttato il lavoro di due docenti precari del beneventano stipulando contratti a termine in successione oltre i 36 mesi di servizio e continuando a non riconoscere loro la medesima progressione stipendiale attribuita solo ai docenti a tempo indeterminato".

Lo rende noto l'Anief Associaizone Sindacale Professionale, la vicenda riguarda due docenti sanniti che grazie alla sentenza del Tribunale del Lavoro di Benevento hanno ottenuto un maxi risarcimento di 60mila euro, 30mila a docente. "Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Vincenzina Salvatore - prosegue il sindacato di categoria - restituiscono dignità ai lavoratori precari della scuola e ottengono dal Tribunale del Lavoro di Benevento due sentenze ineccepibili che condannano il MIUR a risarcire gli interessati con 17 mensilità ciascuno, riconoscendo loro, altresì, il pieno diritto alla corresponsione delle progressioni stipendiali mai percepite".

Nella nota del sindacato si legge inoltre che, "il risarcimento del danno effettivo, dissuasivo e proporzionato al criterio individuato dalla Corte di Giustizia Europea, queste le motivazioni di fondo che hanno portato il Giudice del Lavoro di Benevento ad accogliere in pieno le richieste di tutela del lavoratore patrocinate dai legali Anief e a condannare la condotta illecita del Ministero dell'Istruzione restituendo dignità a due docenti per anni sfruttati dall'Amministrazione attraverso un'interminabile serie di contratti a termine. Nelle sentenze, chiare e lineari nella loro connotazione, il Giudice non ha dubbi e ribadisce la propria decisione rilevando come dato il numero dei contratti a termine, il lungo periodo di tempo [...] è corretto ritenere che alla parte ricorrente spetti il risarcimento massimo come prima indicato e cioè 12 + 5 retribuzioni globali di fatto mensili in relazione all’ultima retribuzione percepita oltre interessi legali dalla data di cessazione dell’ultimo contratto fino al soddisfo”.

Per quanto riguarda invece il diritto dei due docenti precari alla corresponsione delle progressioni di carriera il Giudice è stato epigrafico. "Ammettere che la mera natura temporanea di un rapporto di lavoro basti a giustificare una differenza di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato svuoterebbe di ogni sostanza gli obiettivi della direttiva 1999/70 e dell'accordo quadro ed equivarrebbe a perpetuare il mantenimento di una situazione svantaggiosa per i lavoratori a tempo determinato”.

Il Tribunale del Lavoro ha dunque  confermato che “i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato” e che “i criteri del periodo di anzianità di servizio relativi a particolari condizioni di lavoro dovranno essere gli stessi sia per i lavoratori a tempo determinato sia per quelli a tempo indeterminato". Il Miur è stato così condannato a riconoscere “il diritto ad ottenere l'anzianità di servizio, maturata in corrispondenza dei contratti a termine intercorsi con la convenuta a fini economici e giuridici, con effetto sulla posizione stipendiale” e con relativa “condanna del Ministero resistente al pagamento delle conseguenti differenze retributive - calcolate secondo la disciplina applicata al personale di ruolo e con gli interessi legali dalla data del diritto al saldo”.

Il giovane sindacato ha poi indetto per il prossimo 14 novembre uno sciopero nazionale con presidio davanti Montecitorio organizzato per ribadire "la necessità di riconoscere pari dignità ai lavoratori precari della scuola e rivendicare il loro diritto all’immediata stabilizzazione".



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