Il dopo Pride, il Wand ringrazia ma la lotta ai diritti non si arresta

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Benevento Campania PrideBenevento Campania Pride

Si temeva per la manifestazione neofascista di Forza Nuova e che i due cortei venissero a contatto. Alla fine, nessuna tensione, anzi la festa del Pride ha animato il capoluogo sannita con una manifestazione rivolta al riconoscimenti dei diritti del mondo LGBT in un clima pacifico. Il Quaderno, lo aveva raccontato fin da subito, raccogliendo non solo le foto, ma anche le interviste dei due testimonial di eccezione: Carlo Gabardini e Giulia Innocenzi.

Dopo l'ottima riuscita del Pride, in una nota, il “Collettivo Wand LGBT di Benevento ringrazia tutta la cittadinanza beneventana e le associazioni campane e non, che sabato 6 giugno hanno preso parte al Benevento Campania Pride”.  Rimane però un po di marezza per l'assenza delle istituzioni alla manifestazione.

“Grazie a Giulia Innocenzi e Carlo Gabardini – scrivono - che ci hanno messo la faccia, è stato un onore per noi condividere questa esperienza con loro e ospitarli nella nostra città. Grazie alla nostra addetta stampa. Grazie agli artisti che hanno offerto il loro lavoro al servizio del Pride, grazie alle persone che in questi mesi hanno collaborato con noi perché si realizzasse un percorso di avvicinamento al Pride, un percorso fatto di incontri e dibattiti che hanno toccato temi come la transessualità e il coming out, temi probabilmente mai toccati in maniera così massiccia in questa città”.

Insomma a Benevento, continuano i ragazzi e le ragazze del Wand, “si è aperto uno spazio di dibattito e riflessione e questo probabilmente è stato il risultato più importante di questo Pride. Ieri abbiamo dimostrato che Benevento non si piega al grigiore provinciale, abbiamo dimostrato che questa città non è di chi semina odio e discriminazione, di chi con i paraocchi del bigottismo vuole imporre un modello di vita, di famiglia, uguale per tutti”.

Non solo però dibattito, ma anche riappropriazione degli spazi, dello stesso spazio negato ai due giovani ‘invitati ad uscire’, per modo di dire, dalla Villa Comunale. “Questa città è nostra – sottolineano - e per nostra intendiamo di noi che siamo consapevoli che il cambiamento può esserci, ma va sudato e conquistato. Eravamo in 750 dice la Questura, 2500 dice qualcun altro. Poco importa, eravamo tanti, anzi tantissimi. Eravamo tantissimi se consideriamo che a pochi chilometri di distanza da noi c’era una manifestazione in cui venivano recitati rosari riparatori per noi poveri sodomiti. Eravamo tantissimi e ci siamo fatti sentire, abbiamo fatto sentire che ci sono dei diritti che vanno garantiti ad ogni essere umano. E che noi questi diritti li vogliamo. Ora.”

Il Pride è una sfilata di protesta, ma anche un momento colorato e divertente, che ha uno scopo: richiedere diritti. Sono stati tanti i temi messi sul tavolo in questi mesi mentre si agitava la protesta dei contrari o dei rosari riparatori, tra cui anche l’apertura di un registro delle ‘unioni civili’ al comune di Benevento, con il Sindaco Pepe che come molti altri rappresentanti delle Istituzioni era assente sabato.

“Vogliamo assistere i nostri figli quando staranno male – spiegano nel comunicato - anche se non siamo i loro genitori biologici, vogliamo baciare la persona che amiamo senza aver paura degli sguardi, vogliamo sposarci e andare a lavorare senza l'obbligo di nascondere una parte di noi. Vogliamo che nessun adolescente si senta più colpevole di quello che è, che nessuna persona transessuale sia costretta a prostituirsi perché non trova un lavoro. Vogliamo dire che la normalità non esiste, perché deriva da norma, e la norma è data da numeri e gli esseri umani non sono numeri. Qualcuno ci ha detto che abbiamo fatto una piccola rivoluzione. Noi vogliamo ringraziare chi ha contribuito a questa rivoluzione, perché nessuna rivoluzione cammina da sola, ma ha bisogno di tante gambe e tanti occhi e tante idee, e tanti sogni”. Benevento è cresciuta, potremmo dire anche visti i giovani in piazza, che nelle nuove generazioni si è spa-palinizzata. “Ciascuno cresce solo se sognato – continua a scrivere il Wand - diceva una poesia di Danilo Dolci, noi vogliamo far crescere questa città e quindi vogliamo continuare a sognare. Il Pride è stato solo un punto di partenza. Abbiamo molte idee da realizzare per portare avanti il contrasto delle discriminazioni, vogliamo portare il messaggio lanciato sabato tutti i giorni, nelle scuole, nelle strade, nei bar, nei nostri condomini”.

Poi dinunovo un passaggio sulla assenza di partiti e politici. “Ci dimostriamo molto dispiaciuti per l’assenza delle istituzioni alla manifestazione. Il Benevento Campania Pride, coorganizzato dal Comune, nato con l’intenzione di portare in città il dibattito sulle unioni civili, ha visto le istituzioni aperte al dialogo e alla collaborazione, sia morale che economica ma non ha poi avuto il riscontro sperato nel momento della manifestazione. Aspettavamo sul palco il Sindaco Fausto Pepe o, in alternativa, un rappresentante delle istituzioni per confrontarsi con noi, con i partecipanti alla manifestazione. Ma così non è stato. La presenza delle istituzioni è importantissima in manifestazioni come queste affinché si possa aprire il dialogo con i cittadini che tramite il Pride invocano a gran voce, con la sola presenza, che i diritti siano uguali per tutti”.

Lo scopo infondo, era anche quello di far prendere una posizione alle Istituzioni, “una posizione netta e coerente in merito ai diritti civili negati al mondo LGBT perché non è possibile patrocinare il pride e dopo qualche giorno presenziare ad un convegno contro le famiglie omogenitoriali. Benevento ieri ha lanciato un grido e questo grido non può essere ignorato".



Articolo di Associazionismo / Commenti