Mensa, assessore Ingaldi: "Sentenza Torino riconosce liberta' di portare cibo da casa"

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Amina Ingaldi Amina Ingaldi

Questione mensa, la sentenza di Torino e la possibilità di portare cibo da casa. Interviene l'assessore Amina Ingaldi.

“Per quanto attiene la libertà del cibo portato da casa si evidenzia che il fenomeno è nazionale poiché la libertà è stata riconosciuta ai genitori dalla sentenza della Corte d’ Appello di Torino”.

Così in una nota Amina Ingaldi, assessore all’Istruzione del Comune di Benevento interviene sul delicato caso mensa scolastica e la possibilità di portare il cibo da casa. 

“Sia pure la sentenza produca effetti nei confronti delle parti di quel giudizio – continua – contiene un principio che può esser fatto valere nell’intero territorio italiano. Il reclamo presentato dal MIUR è stato respinto in quanto ritenuto infondato : «non si può negare al genitore dell’alunno iscritto al tempo pieno la facoltà di scegliere per il proprio figlio, tra il servizio di refezione offerto dal Comune e la consumazione di un pasto preparato a casa, sotto la propria responsabilità» .  Il Codacons parla di «vittoria fondamentale» per tutte le famiglie il cui presidente, Marco Maria Donzelli , ricorda che l’associazione da anni si batte affinche’ i bambini possano portarsi il pranzo da casa senza dover necessariamente mangiare il pranzo distribuito dalle mense scolastiche, con tutti i problemi del caso. E’ caos in tutta Italia”.

Ed aggiunge. “A Firenze , dove si parla di 23mila pasti al giorno, temono il cambiamento delle dimensione del servizio il cui vicesindaco Cristina Giachi, presidente dell’ ANCI (commissione istruzione dell’associazione nazionale dei comuni d’Italia) attende risposte e linee guida dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ed dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini per stabilire i criteri delle competenze e delle responsabilità degli attori istituzionali coinvolti. L’effetto domino di Torino ha creato problemi anche a Genova dove il il regolamento comunale vieta assolutamente il cibo da casa. Son partite diffide da parte dei genitori e di fatto, fin quando non si avranno indicazioni più precise, nel mese di ottobre i genitori, previa compilazione di moduli, hanno ottenuto la libertà di scelta. A Pordenone e Venezia hanno optato per la ‘discriminazione’ separando i bambini che consumano cibi di diversa provenienza in un momento della giornata scolastica di convivialità, fase anch’essa importante nella crescita educativa sociale e di relazione di un bambino , un atteggiamento non consone ed in linea con le nostre scelte . Ovvio che alto è il rischio di problemi igienico-sanitario, su le cui responsabilità neppure gli alti organi di governo sono ancora riusciti a pronunciarsi.  In breve sintesi questa è la realtà che invade le scuole, le famiglie e le amministrazioni dell’intera Italia con grave preoccupazioni anche dei livelli occupazionali”.

La Ingaldi poi attacca, “non comprendiamo l’atteggiamento prevenuto della CGIL. Dovunque è così. Noi inoltre abbiamo superato, con equilibrio delle parti, anche problemi di giustizia amministrativa, che altri non hanno. È c’è chi continua in sterili polemiche. Ci siamo mossi tesi a risolvere i problemi, nonostante un fuoco di contrasto ingeneroso e prevenuto. Confermo che, con il sindaco, andremo periodicamente alla mensa per saggiarne la qualità e rasserenare le famiglie”.



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