'Poverta' educativa'. Il triste primato è della Campania

15:48:13 2016 stampa questo articolo

E’ la Campania, seguita da Calabria, Puglia, (ex equo) e Sicilia, la regione con la maggiore “povertà educativa” - cioè dove più scarsa e inadeguata è l’offerta di servizi e opportunità educative e formative per bambini e adolescenti: largamente insufficienti gli asili e le scuole a tempo pieno, pochissimi i libri, lo sport, l’arte e perfino internet a occupare il tempo libero, alto e allarmante il tasso di dispersione scolastica. Una deprivazione educativa che si somma alla povertà economica che colpisce più duramente proprio i bambini del Sud e riguarda ormai oltre 1 milione di minori in tutta Italia, mentre 3 milioni e 500 mila sono a rischio di povertà ed esclusione. Al polo opposto della classifica è il Friuli Venezia Giulia, seguito da Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni italiane più “ricche” di servizi e opportunità educative per bambini e adolescenti. Una “ricchezza” che perde però di smalto al confronto con l’Europa: nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0-2 anni), ma arriva a stento al 26,5% con l’Emilia Romagna, mentre la Calabria, con il 2,5%, dista quasi 31 punti percentuali dal target europeo3. E obiettivo mancato, anche nella maggior parte dello stivale, la riduzione della dispersione scolastica sotto il 10%4 con numeri altissimi in Sicilia (25,8%) ma anche in regioni del Nord come la Valle d’Aosta (19%).
La Campania è in cima alla lista delle regioni italiane per povertà educativa in relazione all’intensità e ampiezza del deficit dell’offerta e disponibilità di servizi/opportunità educative per bambini e adolescenti, documenta il nuovo Indice di Povertà Educativa (IPE) di Save the Children. 11 indicatori su 14 in particolare, sono di segno molto negativo: grave per esempio la penuria dei servizi per la prima infanzia: appena 2,8 bambini su 100 (nella fascia di età 0-2 anni) quelli presi in carico dagli asili pubblici campani; un dato che scende ulteriormente in Calabria (2,5%) e che registra valori bassi anche in Puglia (4,5%), Sicilia (5,3%), Basilicata (7,3%), Abruzzo (9,5%): bene a distanza quindi dall’Emilia Romagna (26,5%) e ancor più dall’obiettivo del 33% stabilito dalla Ue.
Numeri impressionanti anche quelli sul tempo pieno a scuola, garantito solo nel 6,5% delle scuole primarie della Campania e nel 15,3% di quelle secondarie di primo grado; situazione molto critica anche in Puglia (11,7% e 12,3%), Sicilia (7,1% e 22%) e in Molise, fanalino di coda (5,4% e 5,1%). Si segnalano invece per migliori “performance” la Basilicata, con il 43,4% e 40,5% di tempo pieno alle elementari e medie e la Sardegna (31,3% e 36,3%).
In generale è la Lombardia che fa registrare le percentuali più alte di tempo pieno alle elementari (47%) che, tuttavia, non raggiunge in nessuna regione italiana la soglia del 50%.

Rimanendo nell’ambito scuola, la Campania si segnala ancora per una bassa presenza del servizio mensa nei principali istituti (la hanno il 49% circa di essi a fronte del 73% in Lombardia), per l’inferiore numero di scuole con collegamento internet (52,6% a fronte del 77, 5% in Basilicata e del 75,7% nelle Marche) ma soprattutto per il notevole tasso di dispersione scolastica (22%); un problema molto grave anche in Sicilia (con il 25,8%) e in Sardegna (24,7%) ma che non risparmia anche regioni del Nord, come la Valle d’Aosta (19,1%) e la provincia autonoma di Bolzano (16,7%), tenendo l’Italia ancora molto lontana dalla soglia europea del 10%.

Ma la deprivazione educativa non si limita solo alla scuola e riguarda anche gli altri ambiti di vita dei minori: meno di 1/4 i bambini e gli adolescenti in Campania che fa sport continuativamente, il 31,2% in Puglia, il 32% circa in Calabria e Sicilia, a fronte del 61,6% in Valle d’Aosta; appena il 16% dei minori campani ha visitato un monumento nell’ultimo anno, e ancora meno ragazzi in Calabria - il 12% - ha provato l’emozione dell’incontro con il nostro patrimonio storico-monumentale; colpisce che nel paese che primeggia nel mondo per opere d’arte, nessuna regione italiana veda almeno il 50% dei suoi minori visitare un monumento nel corso di un anno (al massimo si arriva al 43,4% della provincia autonoma di Trento mentre il Lazio si ferma al 33,8% e la Toscana al 27,4%).



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