Violenza sulle donne, Tiziana Ferrario: "In Italia rassegnazione ingiustificata"

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Tiziana FerrarioTiziana Ferrario

Tiziana Ferrario, volto noto del TG1, è intervenuta questa sera a Benevento in occasione della manifestazione della Questura “Uniamo le forze” contro la violenza sulle donne, che ha registrato la presenza di autorità locali e nazionali.

“Una rassegnazione ingiustificata impedisce all’Italia di reagire alla violenza di genere”. Sono parole forti, che nascono dal confronto culturale che Tiziana Ferrario, per anni inviato Rai negli USA, può consapevolmente esprimere al cospetto della platea che ha accolto personalità del mondo politico, associazionistico e accademico locale e nazionale, a vario titolo impegnate nella questione delle pari opportunità. Nutrito anche il numero dei cittadini beneventani intervenuti , che ha mostrato di apprezzare la rappresentazione teatrale di alcune costrette della casa circondariale di Benevento. Nei monologhi recitati è palpabile il pathos che viene dalla scuola della vita, più che da quella del teatro. “Le esperienze teatrali sono catartiche per l’anima”, ha tenuto a sottolineare il questore Giuseppe Bellassai in un intervento in cui, nel congratularsi con la direttrice della casa circondariale di Benevento, Maria Luisa Palma, per la liberalità di vedute, non ha esitato a riconoscere la necessità di agire sulla innegabile bellezza dell’animo umano per la riabilitazione personale e sociale. Sulla stessa lunghezza d’onda si è detto il sindaco Mastella: ”In fatto di riabilitazione dovremmo guardare al modello americano, che propone misure alternative alla detenzione. Quando ero ministro alla giustizia ho visitato quasi tutte le carceri e sulla questione sovraffollamento nulla è cambiato da allora”, ha aggiunto.

“Quella delle pari opportunità non è una questione da restringere ai confini delle relazioni sociali”, avverte la giornalista che denuncia, dati e relazioni alla mano, come la mancata parità tra uomo e donna sia direttamente responsabile della mancata crescita del PIL. Nel suo libro “Orgoglio e pregiudizi” (Edizioni Chiarelettere), di recente pubblicazione, fa riferimento ad esponenti politici americani che supportano la teoria secondo cui, storicamente, le tappe della crescita economica siano state segnate dall’ingresso delle donne nel mondo del lavoro.

Christine Lagarde, ex ministro dell’Economia, dell’industria e dell’Impiego della Francia, sostiene che non occorre aumentare le tasse ai ricchi per garantire servizi alla società, ma promuovere leggi a favore della parità di genere. Anche la Federal Reserve si è recentemente espressa per la sostenibilità del lavoro alle donne, denunciando l’assenza di una teoria dei diritti di genere con conseguenze nefaste per la costruzione di una democrazia di genere. La Ferrario esorta a guardare alla forza espressa dal movimento delle donne nella “marcia di Washington” del gennaio 2017. Dobbiamo alla “valanga rosa”, un milione di donne, la rinnovata presa di coscienza femminile. Ma denuncia: “In Italia le donne non sanno fare squadra. Sono individualiste e si fanno la guerra tra loro”.

La scrittrice si riferisce al recente dibattito innescato in America dalla denuncia per molestie sessuale al regista Harvey Weinstein, che ha avuto vasta eco in Italia. Negli USA le donne si sono sentite garantite e ascoltate e al processo mediatico ha fatto seguito quello giudiziario e culturale, con il sostegno alle vittime e anche l’autodenuncia degli oppressori. In Italia, invece, si assiste al silenzio della voce degli uomini, nella migliore delle ipotesi, e ad uno sterile diverbio tra donne, inconcludente e pericoloso perché fuorviante rispetto alla ricerca della verità e alla autodeterminazione delle donne, di cui arriva a minare l’autostima.

“Anche col trascorrere del tempo, anche dopo venti anni, le ferite non sanguinano di meno” ha sottolineato la giornalista. Negli USA, invece, dopo la prima ondata di scandali, che ha investito il mondo dorato di Hollywood, ora sono gli ambienti meno patinati sotto l’occhio del ciclone. Il New York Times sta scandagliando gli ambienti comuni di lavoro, perché anche chi aspetta di veder riconfermato un lavoro da precaria, non è immune dalla richiesta di favori sessuali come merce di scambio. “L’America sta cambiando sul serio”, precisa la Ferrario, che riporta il dato dell’Italia attualmente all’82esimo posto nella classifica del riconoscimento della parità di genere.

“Persino il Rwanda, afflitto dalla guerra fratricida nel non lontanissimo ’94, vanta un dignitoso quarto posto”, dice. Ritorna al paragone con gli USA: “La voglia di rivincita in America è alta; ci sono donne che intendono riscattare l’insuccesso della ex candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton e frequentano corsi per imparare a fare politica. Per le adolescenti si avviano corsi nei college per insegnare a costruire l’autostima. Personalità dello sport, come Serena Williams, si ergono a portabandiera e lottano per vedere riconosciuto il loro valore rispetto ai colleghi anche in termini economici. Insomma, il futuro pare cominciato, ma non passa ancora da qui.

Sonia Caputo - Carmen Chiara Camarca



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