Città Caudina, la prima area vasta tra Sannio ed Irpinia diventa realtà tra euforia e scetticismo

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Caudinità, ferderalismo 'made in Sannio', operazione culturale oppure necessaria. Chiamatela come volete ma, quello che è certo, è che da sabato scorso in Campania esiste un comprensorio di comuni (nove attualmente ma il numero è destinato a crescere nelle prossime settimane) che hanno deciso di 'mettersi in proprio', superare i confini provinciali ed organizzarsi con tanto di atto costitutivo con validità giuridica. E' successo a Montesarchio dove i sindaci di nove comuni delle province di Benevento e Avellino(Montesarchio appunto, oltre ad Airola, Bonea, Pannarano, Moiano, S.Martino Valle Caudina, Cervinara, Rotondi e Roccabascerana), hanno deciso di dare vita ufficialmente alla 'Città Caudina'. Un'area vasta che, una volta entrata a pieno regime ( si attendono nelle prossime settimane le adesioni dei comuni di Arpaia, Forchia e Bucciano mentre il progetto non sembra interessare il Comune di Paolisi almeno per il momento), conterà la bellezza di 60-63 mila abitanti. Numeri importanti che rafforzano il ruolo di un comprensorio che si è sempre distinto per vocazione commerciale e culturale. Il rito è stato siglato tra volti sorridenti e tanta speranza: i sindaci che a turno hanno esternato tutta la loro soddisfazione per il primo passo raggiunto, non facendo mancare frecciate nei confronti delle istituzioni assenti, in primis il Governatore campano Stefano Caldoro, reo di aver 'snobbato' un caso eccezionale in regione, ossia la creazione ufficiale di un'area vasta.

NECESSITA' O ALTRO? SINDACI EUFORICI, CITTADINI SCETTICI
Utopia o possibilità? I sindaci caudini sono sicuri della bontà del progetto e puntano dritti alla meta. Diciamocelo subito: non siamo davanti ad una 'scissione' o a qualcosa che ha a che fare con venti indipendentisti tanto cari a Bossi e co., ma certamente c'è la volontà di reagire e dare un segnale forte proprio alla vigilia delle elezioni provinciali nel Sannio ed in Irpinia ed a pochi mesi dall'attuazione piena della riforma Del Rio. Insomma, in tempi di spending review, rimodulazioni e creazioni di Città Metropolitane, i piccoli comuni dell'entroterra (Montesarchio ed Airola escluse stiamo parlando di paesi al di sotto dei cinquemila abitanti) hanno capito che mantenere i vecchi steccati e 'guardare nel proprio orticello' non è più possibile. L’obiettivo è quello di creare un’area vasta targata Valle Caudina per condividere servizi di qualità da offrire al cittadino e per avere un potere contrattuale forte nei confronti delle istituzioni sovracomunali. La vera novità sarà la centrale di committenza, ossia un'unica stazione appaltante concentrata in un unico ufficio tecnico. L'ambizione è chiara: ottimizzazione dei tempi e delle dinamiche per quanto riguarda l'urbanistica, oltre alla creazione di un piano regolare unico e condiviso tra i comuni della 'Città Caudina'. Ma il documento strategico prevede anche un forte coinvolgimento di altre 'forze' caudine non necessariamente dotate di pedigree politico. Ed allora, come ha sottolineato durante il suo intervento il sindaco di Montesarchio Franco Damiano, spazio al mondo delle scuole e delle associazioni del territorio con iniziative culturali in grado di esaltare la 'caudinità'.
L'euforia dei sindaci che hanno siglato l'atto costitutivo, presentandolo nella cerimonia di sabato scorso presso i locali del Museo Archeologico del Sannio Caudino di Montesarchio, viene 'bilanciata' in qualche modo dal parere dei cittadini. A poche ore dall'accordo abbiamo fatto qualche domanda ai cittadini di Montesarchio, comune che manterrà per un anno la presidenza della Città Caudina con il sindaco Damiano ed a quelli di Airola: "Per ora c'è una firma ed una stretta di mano - ha fatto notare un commerciante del centro storico di Montesarchio - belle parole e tanta ambizione. Non voglio fare il guastafeste ma attendo gli amministratori alla prova del nove: non sono molto fiducioso, spero di essere smentito". Pessimista anche un pensionato residente ad Airola: "Neppure sapevo di questa iniziativa - ci ha dichiarato - mi sembra l'ennesimo progetto destinato a morire sul nascere. Caudinità? E a che serve?". Più riflessivo un giovane commerciante: "Mi sembra un buon viatico - ha osservato - l'importante è non perdersi per strada. La verità è che qui è difficilissimo cooperare ed agire come comprensorio. Ci sono troppe gelosie, troppi steccati politici e di confine. Siamo ancora troppo chiusi per pensare di agire insieme ma se la politica darà segnali forti già dalle prossime settimane io credo che possibiltà di riuscita ce ne sono eccome". Chiude una studentessa universitaria: "Se è vero quello che si dice diventiamo una grande città di 60mila abitanti, poco più piccola di Benevento e grande come Avellino. Devono per forza tenerci in considerazione, io spero vivamente in qualcosa di importante anche perchè stiamo soffocando. Il lavoro è pari a zero e c'è troppa criminalità in questa zona. Forse è l'ultima possibilità". Infine una richiesta di maggiore partecipazione è giunta anche dai circoli di Sel della valle Caudina: "E’ nobile lo scopo di unificare gli intenti, abbattere i costi ed accedere a finanziamenti europei finora preclusi” – hanno commentato i rappresentanti dei circoli Sel di Montesarchio, San Martino Valle Caudina, Cervinara e Pannarano. “Bisogna però tenere in considerazione il fatto che tutte le iniziative degli ultimi mesi sono state prese dagli amministratori senza coinvolgere i cittadini se non in momenti pubblici quali gli incontri con il presidente Caldoro. Ci sarebbe piaciuto che le singole voci dello statuto fossero nate da un processo partecipato e che venisse dal basso, dai Forum dei Giovani, dalle associazioni, dalle ProLoco e dalle forze politiche operanti sul territorio. Sebbene la cosa venga celebrata come un importante punto d’arrivo, a nostro giudizio siamo ancora a zero. La Città Caudina – hanno continuato nella nota - dovrebbe essere prima di tutto un progetto culturale volto a superare campanilismi e interessi delle singole comunità. Si dovrebbe lavorare ad una visione della Valle Caudina che non riguardi solo le polizie locali, la nettezza urbana, i servizi al cittadino, ma che diventi una strada seguire cercando uno sviluppo diverso e alternativo a quello delle aree metropolitane".

VALLE TELESINA E FORTORE, LAVORI IN CORSO
Una cosa è certa: siamo davanti al primo caso di area vasta in Campania. Le altre due zone della provincia di Benevento, Telesina e Fortore, stanno da tempo covando lo stesso progetto anche se in modi diversi. In valle Telesina l'accordo ufficiale potrebbe arrivare a breve, mentre nel Fortore per ora c'è una comunione di intenti dei primi cittadini specialmente per quelle che sono le questioni più scottanti come il ritardo infrastrutturale, l'assenza di lavoro e l'isolamento della zona. Vedremo se l'ufficialità della 'Città Caudina', darà nuovi stimoli anche a telesino e Fortore....
G.V.



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