Lettera al giornale. San Marco dei Cavoti e la stele "anonima ed enigmatica"

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San Marco dei Cavoti San Marco dei Cavoti

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci dal nostro lettore di San Marco dei Cavoti, Dimitri Fuschetto

"Una stele è apparsa a San Marco dei Cavoti e occupa un’aiuola nei pressi dell’ingresso del Palazzo di Città.
La stele è di difficile comprensione, anche se di agevole lettura. Poche parole, cariche di retorica, ma prive di qualsivoglia afflato di empatia e di vera partecipazione e commozione, come sarebbe stato doveroso. Chi, come un adolescente, ad es., non ha sufficienti nozioni storiche, ha difficoltà a capire il senso della iscrizione e, soprattutto, a quali fatti accaduti 100 anni or sono si riferisca.

Si intuisce che la stele sia dedicata ai Caduti per la Patria nella terribile carneficina della Prima Guerra Mondiale; ma, per l’appunto, si intuisce che si tratti di questo, perché nella stele non è scritto a Chi è dedicata e perché è stata realizzata.
Va detto che non si capisce bene nemmeno chi l’ha voluta e commissionata, questa stele: il primo rigo reca l’incisione “Comune e ANCR” e già questo non lascia capire quasi nulla; la seconda riga invece: “San Marco dei Cavoti – Benevento”: e, pertanto, questa ulteriore scritta lascerebbe intendere che il Comune sia quello di San Marco dei Cavoti e l’ANCR (Associazione Nazionale Caduti e Reduci) sarebbe la Sezione di Benevento; ma potrebbe essere anche il contrario.

Il terzo rigo reca l’incisione: “1918 -2018” e questo lascia presumere che il riferimento sia appunto alla fine della Prima Guerra Mondiale e la ricorrenza sia quella del Primo Centenario di tale conclusione; ma è una semplice supposizione. Considerando, poi, che il seguito della iscrizione fa riferimento ai Caduti, sembra di capire, leggendo l’iscrizione, che questi Caduti abbiano perso la vita, tutti, nel 1918; ma la Prima Guerra Mondiale per noi Italiani scoppiò nel 1915, mentre per altri Paesi nel 1914: i Caduti, dunque, persero la loro vita sui diversi Fronti di guerra nell’arco temporale di molti, lunghi, interminabili mesi.

E poi: nelle successive otto righe la stele testualmente recita: “Combatterono / e / Caddero / Per un’Italia / Libera e Grande. / Vivono / nella riconoscenza e / nell’Ammirazione del Popolo”.

La prima domanda: Chi furono Coloro che “Combatterono e Caddero”?
Si presume che il riferimento della stele sia ai Cittadini di San Marco dei Cavoti: si giunge a tale conclusione perché, in tutti i Comuni d’Italia, c’è una stele simile che ricorda i Concittadini Caduti in tutte le Guerre “per un’Italia Libera e Grande”; ma, in tutti i Comuni, i Caduti sono chiaramente indicati quali Concittadini e, per di più, ne sono trascritti nomi e cognomi: a San Marco dei Cavoti, purtroppo, con quella stele, no.
Nessuna citazione per gli 82 Concittadini di San Marco dei Cavoti Caduti tra il 1915 ed il 1918. Perché?
In altre parole: per quale ragione la Civica Amministrazione di San Marco dei Cavoti (ammesso che sia stata questa Amministrazione a volere la stele) non ha ritenuto di dover ricordare, con un rigo, la provenienza dei propri Concittadini immolatisi per quella “inutile strage”, come la definì il Papa del tempo?

E, poi, con tutto il dovuto rispetto, l’ANCR è un’Associazione: ha compiti e nasce sulla spinta di ideali nobilissimi e sacri, ma non può essere messa graficamente sullo stesso piano (rigo) di una Istituzione e di una Comunità che rappresenta tutto un popolo e non può parlare a nome della Comunità.

Infine, la stele non è firmata con nome e cognome. Perché mai? Il Sindaco, che rappresenta la Comunità che lo ha eletto, ha il dovere di mettere il suo nome e cognome in tutto ciò che, anche simbolicamente, rappresenta e coinvolge (e proprio su argomento di tale, supremo rilievo simbolico) la Sua Città.

Chi scrive è un Orfano di Guerra di San Marco dei Cavoti: il mio papà di San Marco dei Cavoti cadde nel corso della Seconda Guerra Mondiale sul Fronte greco-albanese. Lasciò la Famiglia per andare a combattere nel 1940: io avevo 6 anni e, di fatto, non l’ho mai conosciuto e, soprattutto, non ho mai potuto piangerlo su una tomba perché la sua sepoltura (se mai fu sepolto) mi è ignota ed è ignota alle Autorità che ho compulsato. Per questo ho scritto la presente Lettera aperta: perché non ho trovato in quella stele nel Parco della Rimembranza dei Cavoti una sola traccia di quel moto d’animo di quell’afflato che avrebbe dovuto motivare gli autori della stele, i quali avrebbero dovuto rivolgersi ai Caduti di tutte le Guerre.

L’iscrizione corretta avrebbe dovuto essere la seguente:

«L’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SAN MARCO DI CAVOTI
(Benevento)

con l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Benevento
____________________________________________

NEL 1° CENTENARIO DELLA FINE
DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE 1915 - 1918

AGLI 82 CONCITTADINI,
CHIAMATI DALLA PATRIA ALLE ARMI,
CHE, DONANDO LA LORO GIOVENTU’,
COMBATTERONO E CADDERO SUI FRONTI DI GUERRA,
TANTI FIORI RECISI, INSIEME AD ALTRI 800 MILA ITALIANI,
MA CHE ANCORA OGGI E PER SEMPRE
VIVONO E VIVRANNO
NEL RICORDO E NEI CUORI
DEI CITTADINI DI SAN MARCO DEI CAVOTI
QUESTA STELE,
CON GESTO DEFERENTE ED ANIMO RICONOSCENTE,
POSE
_______________

Oggi, 20 dicembre 2018, essendo
Sindaco Giovanni Rossi»"

Dimitri Fuschetto



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