Airola. La Pro Loco coinvolta in un progetto nazionale del Miur

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Anche la Pro Loco di Airola nel progetto nazionale del Miur sulla Rete italiana di Cultura Popolare cui ha aderito l’Istituto superiore “Alessandro Lombardi”. La collaborazione, sancita da un protocollo d’intesa, tende alla valorizzazione e promozione del territorio in tutte le sue forme. L’obiettivo è di fondare un laboratorio polivalente di studio dell’identità caudina, “Caudium in Rete”, che coinvolga in prima linea gli alunni. Nella giornata di approccio ai monumenti della città, che si ripeterà il 5 maggio, i soci della Pro Loco di Airola, Paola Ruggiero, Ferdinando Mango e Francesca Laudanna, hanno presentato ad un gruppo selezionato di alunni dell’Istituto Tecnico Economico del “Lombardi” particolari spesso sconosciuti delle opere d’arte. Tre quelle proposte, il Monastero Chiesa dedicata a San Gabriele Arcangelo, la Chiesa della SS. Annunziata e la Chiesa ed il monastero “Regina Coeli”. Per quanto riguarda il Monastero Chiesa dedicata a San Gabriele Arcangelo, si tratta della prima chiesa fu costruita nel 960 per soddisfare la pietà e i voti degli airolani che assediati dai “inimici crucis Christi”, implorarono aiuto promettendo di edificare un tempio al Santo che li avrebbe salvati. La loro preghiera fu esaudita dall’Arcangelo Gabriele. La Chiesa fu consacrata nel 970 da Landulfo primo Arcivescovo di Benevento, facendovi dono della reliquia dell’Apostolo Bartolomeo, riposta nel foro di una colonna. Nel 1033 fu annesso un monastero di Benedettini Cluniacensi. Figura di spicco di questa fase è il Beato Agano. Nel XV secolo l’ordine fu soppresso e il monastero fu affidato alle cure di Abati Commendatari. Nel 1545 fu ceduto ai Monaci Olivetani, in seguito subentrarono i Verginiani (1842), che vi rimasero fino alla nuova soppressione voluta dallo spirito anticlericale del neo-regno d’Italia. Nel 1882 il monastero fu acquistato dai Passionisti. La Chiesa della SS. Annunziata fu costruita sui resti di una piccola chiesa quattrocentesca governata da congreghe laiche. Le congregazioni erano associazioni di persone che avevano il compito di assistere gli ammalati, i bisognosi e gli orfani, si occupavano inoltre anche delle sepolture dei morti. Nei documenti dell’Archivio Caracciolo di Airola si conserva la pianta della chiesa ed alcune notizie relative all’annesso ospedale. Nel 1534 papa Paolo III Farnese concesse all'istituzione dell'AGP (Ave Gratia Plena) privilegi che forse indussero alla edificazione dell'attuale edificio, tradizionalmente ritenuto concluso nel 1562. Di quest'epoca restano le strutture architettoniche e i grandi pilastri in piperno rimessi parzialmente in luce. Nel 1572 divenne patronato pubblico e con il contributo dei cittadini fu ampliata. La chiesa è a croce latina con 15 altari, lunga 42,50 m. e larga 15 m. Alla severa architettura cinquecentesca della chiesa si accordarono il campanile, il portico e il prospetto nuovi. Una diffusa tradizione locale attribuisce il disegno della facciata a Luigi Vanvitelli, ma ancora oggi l’opera non risulta pienamente attribuita ad esso. La Chiesa e monastero “Regina Coeli” fu intitolato alla “Santissima Assunzione della Gloriosa Vergine Maria”. Le vergini vivevano sotto la regola del Terzo Ordine di San Francesco D’Assisi. Solo nel 1623, si ottenne dalla Santa Sede la trasformazione da conservatorio a monastero di clausura. Nel 1625 fu emessa da papa Urbano VIII la bolla di clausura con l’obbligo di osservare la regola di San Francesco sotto l’istituto di Sant’Elisabetta d’Ungheria. Per anni le suore osserveranno la vita del terz’ordine ma con voto di clausura. Non essendo clarisse venivano chiamate “le ritirate”. Nel 1632 ottennero di diventare Suore Clarisse del secondo ordine francescano. Nel tempo il numero delle residenti era cresciuto costantemente sino ad assestarsi intorno alle cinquanta unità. Oggi le Clarisse dipendono dalla giurisdizione del Ministero Provinciale dei frati Minori dell’Irpinia e del Sannio. All’interno del monastero “Regina Coeli” è presenta anche la Cappella Carafa, splendidamente decorata nel XV secolo da Vincenzo Gasparro e donna Ippolita Carafa. Purtroppo la cappella non è visitabile e la Pro Loco di Airola sta cercando di avere i permessi necessari affinché possa essere aperta al pubblico. La Chiesa, dedicata all’assunzione della Vergine Maria, si presenta ad un'unica navata, con sei altari laterali più due nel transetto sinistro. Conserva al suo interno notevoli dipinti.



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