Confindustria, presentato il documento con le misure a sostegno delle imprese alluvionate

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Imprese sannite dopo l’alluvione dell’ottobre 2015 presentate le misure a sostegno del sistema produttivo e a tutela del territorio.

Presentato questo pomeriggio in Confindustria a Benevento il documento “Imprese Sannite dopo l’alluvione 2015 – Misure a sostegno del sistema produttivo e a tutela del Territorio” con il quale si individuano misure a sostegno del sistemaproduttivo e del territorio, danneggiati dagli eventi alluvionali dello scorso ottobre.Il documento è stato realizzato dal gruppo di lavoro attività produttive, coordinato da Confindustria Benevento e costituito da CCIAA, Consorzio Asi, Università degli studi del Sannio.

“Gli eventi alluvionali e di frana dello scorso ottobre – si legge nel documento - che hanno colpito buona parte della provincia di Benevento, hanno indotto ingenti danni al sistema produttivo ed infrastrutturale del territorio. La struttura commissariale sta portando avanti, in tempi ristretti, un lavoro imponente e complesso, per la natura e la straordinarietà delle fenomenologie, con un obiettivo di ripristino e messa in sicurezza del territorio nel suo insieme.  

Ma per la natura di straordinarietà che la contraddistingue, mira a risolvere i problemi della fase contingente, senza uno sguardo di prospettiva sul futuro e senza tener conto delle esigenze legate al ripristino e al riavvio delle attività produttive, unico vero motore per la ripresa. È necessario, dunque, intervenire con programmi ad hoc di sostegno al sistema imprenditoriale e a tutela dell’occupazione che possano garantire il ristoro del danno per le aziende danneggiate direttamente e misure di stimolo agli investimenti per le imprese locali indirettamente coinvolte nella fase di stallo che, a cascata, ha pregiudicato il nostro sistema produttivo.

Al contempo è indispensabile che tutti gli interventi volti a far fronte alle situazioni di emergenza, abbiano non solo la finalità del ripristino, ma, al contempo, non perdano di vista la ripresa economica, che può avvenire solo con il diretto coinvolgimento delle imprese locali”.

Partendo da tali presupposti Confindustria, CCIAA, Consorzio Asi Unisannio hanno elaborato gli interventi da realizzare che sono stati declinati in tre macro linee di azione: “misure di sostegno al sistema produttivo  sotto forma di ristoro del danno e di incentivi agli investimenti; messa in sicurezza del territorio con l’individuazione di misure specifiche per la Sistemazione degli alvei fluviali; interventi mirati per la gestione dei materiali fangosi”.

Per quanto riguarda le misure di sostegno al sistema produttivo, il documento rivela che “da una prima e sommaria analisi condotta sulle schede di rilevazione dei danni presentate dalle imprese industriali presso i Comuni, risulta che il 55% delle imprese colpite ha subìto danni a macchinari ed attrezzature; mentre il 29% ha dichiarato danni strutturali e funzionali all’immobile”. Per il ristoro del danno a fondo perduto invece, “le imprese che hanno subìto i danni a causa dell’alluvione hanno diritto ad essere ristorate in tutto o in parte di quanto perduto”.

Fondi INAIL per messa in sicurezza degli edifici. “Un’ulteriore importante opportunità di finanziamento a fondo perduto da destinare al ripristino degli immobili e alla loro messa in sicurezza, deve venire dai residui INAIL del bando ISI, sull’esempio del sistema già utilizzato in Emilia Romagna. E’ già partita, nei giorni immediatamente successivi all’evento, una richiesta in tal senso dal Comitato Consultivo Provinciale Inail di Benevento che deve ottenere l’autorizzazione da parte del Governo”.

Ristoro del danno con finanziamento agevolato. “Il finanziamento agevolato a sostegno degli investimenti per le imprese ricadenti in aree colpite da eventi calamitosi introdotto con la legge di stabilità 2016, rappresenta certamente una opportunità, soprattutto alla luce dell’intenzione da parte della Regione, ufficializzata anche in sede di Consiglio Regionale lo scorso dicembre, di impegnare 20 milioni di euro per le imprese della Provincia di Benevento. Tuttavia, la norma che definisce la cornice nazionale per essere operativa necessita di essere declinata sulle singole realtà e di ricevere una approvazione da parte del MEF per lo stanziamento delle risorse dedicate alle specifiche emergenze già dichiarate. Va portata avanti un’importante azione di sollecitazione per l’approvazione dei provvedimenti attuativi che possano rendere operativo lo strumento, attualmente inutilizzabile”.

Per quanto riguarda le misure a sostegno dei lavoratori invece, nel documento emerge anche una “tipologia di interventi misure a sostegno dei lavoratori coinvolti dagli eventi alluvionali.Le principali azioni individuate riguardano: sospensione del pagamento dei tributi relativi al periodo dicembre 2015 a dicembre 2016; esenzioni ticket sanitari per prestazioni specialistiche ambulatoriali, ivi compresa l’assistenza termale e il diritto all’assistenza farmaceutica; richiesta di anticipazione della posizione individuale maturata dagli aderenti alle forme pensionistiche complementari per i lavoratori delle aziende colpite dagli eventi alluvionali di ottobre; accesso alle misure di sostegno al reddito per imprese e lavoratori che non rientrino nell’ambito della procedura ordinaria”.

Nel documento si fa riferimento anche agli incentivi con i quali si “mira a stimolare gli investimenti privati per cercare di ridare fiducia agli imprenditori e nuovo stimolo all’imprenditoria locale”. Per la messa in sicurezza del territorio invece, comprese le aree adibite ad insediamenti produttivi, Confindustria, Camera di Commercio, Consorzio Asi e Università, “richiedono interventi di messa in sicurezza indispensabili a garantire le condizioni adeguate in cui svolgere attività d’impresa. Anche in considerazione della complessa antropizzazione del territorio e delle mutate condizioni degli scenari di pericolosità geologiche, questi interventi dovranno far riferimento a nuove analisi di rischio, che pervengano ad indicazioni progettuali di messa in sicurezza della massima affidabilità possibile. Oggi non è immaginabile una delocalizzazione di intere aree industriali che potrebbe comportare la chiusura di importanti stabilimenti”.

Nel documento c’è spazio anche per gli interventi mirati per lo smaltimento dei materiali fangosi. “La gestione dei materiali fangosi rappresenta una delle questioni più delicate da affrontare. Il Commissario ha ritenuto di avvalersi delle competenze dell’ARPAC, la cui convenzione peraltro è in corso di definizione. Pertanto mentre siamo in attesa di comprendere come andranno gestiti (e con quali risorse) i materiali fangosi ed i rifiuti provenienti dall’alluvione, la situazione rischia di trasformarsi in una emergenza nell’emergenza.

La preoccupazione principale che il sistema produttivo esprime attiene: al costo dello smaltimento. Ad oggi non c’è certezza delle risorse da destinare alla gestione dei rifiuti (fatta eccezione di circa due milioni e mezzo di euro, previsti nel primo piano degli interventi, che appare di gran lunga insufficiente se si considera che solo per il Consorzio Asi di Benevento è stato stimato un costo di oltre 5 milioni); ai tempi legati alla procedura complessiva di smaltimento, che tendono ad essere lunghi anche a causa della mancanza di indirizzi precisi e di procedure semplificate, normalmente applicate in caso di eventi eccezionali come quello del 15 ottobre. Il problema dei tempi è molto significativo perché la problematica rifiuti, se non immediatamente risolta, tenderà ad aggravarsi con l'imminente scadenza delle ordinanze sindacali di autorizzazione allo stoccaggio dei rifiuti alluvionali, oltre alla circostanza di tenere nelle more la questione in un alveo di legalità e sicurezza ambientale.

Occorre in premessa chiarire che non tutto il materiale fangoso prodotto dall’esondazione dei fiumi deve essere considerato rifiuto. Nelle campagne in particolare il fango, i ciottoli e la vegetazione possono essere facilmente gestiti, attivando una raccolta rifiuti straordinaria con conferimento ad impianto di recupero. In provincia e aree limitrofe ci sono almeno 20 impianti autorizzati alla lavorazione di inerti fluviali e ce ne sono almeno 10 in grado di recuperare le matrici composte da terre e rocce da scavo. Inserire nel circuito queste aziende consentirebbe di rilanciare un settore oggi in sofferenza anche a causa della perenne carenza degli inerti fluviali e materiali similari”.



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