Corteo per gli 'Spazi Sociali'. Basile: positiva la risposta del comune

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Si è tenuta stamani la ‘Manifestazione in difesa degli Spazi Sociali’ che doveva tenersi lo scorso giovedì 16 e poi rimandata a causa della scomparsa del consigliere comunale Cosimo Varricchio. Presenti alla manifestazione oltre al L@p Asilo31, Atletico Brigante e Giardino di Oren. Partito da Piazza Orsini, il corteo – un centinaio i presenti – ha risalito il corso e si è poi concludersi davanti a Palazzo Mosti dove una delegazione è riuscita ad avere un incontro con il sindaco Fausto Pepe.

“Da diversi anni – si legge nel documento finale della giornata - molte associazioni di volontariato, cooperative sociali e gruppi informali di cittadini sottopongono all’attenzione dell’amministrazione comunale la questione relativa alla gestione degli immobili comunali con finalità sociali, culturali e non lucrative evidenziando la necessità di percepire quei beni come luoghi suscettibili di fruizione collettiva e a vantaggio della comunità locale. Gli spazi ad uso sociale nella città di Benevento infatti sono divenuti luoghi di forte socialità, elaborazione del pensiero, di solidarietà intergenerazionale e di profondo radicamento sul territorio ma oggi la loro esistenza è minata nei fatti dalle procedure amministrative di recupero crediti e rilascio delle strutture avviate dal Comune di Benevento”.

Pasquale Basile (L@p Asilo31) a IlQuaderno, ha dichiarato: “Il sindaco ha risposto molto bene, alla proposta di delibera avanzata sulla possibilità di individuare le strutture idonee da poter destinare alle attività di carattere sociale che andrebbero poi categorizzate come strutture di ‘bene comune’. Per studiare ciò è stato istituito anche un osservatorio sui beni comuni. Questo è un modo – conclude Basile – anche per provare a rendere migliore quel ‘piano di armonizzazione’ che dovrà stabilire quali siano i debiti riscuotibili e non”.

“Già nel 2012 - continua il documento – il Settore Patrimonio del Comune di Benevento avviò dei procedimenti amministrativi nei confronti di molte associazioni e cooperative sociali, relativi alla necessità d provvedere al pagamento di canoni di affitto esorbitanti ,che tra l’altro si fondavano su una sopravalutazione del valore reale degli immobili stessi”. Dopo diversi mesi di polemica ci fu la parvenza di essere giunti ad una soluzione del problema allorquando l’amministrazione comunale intravide la possibilità di poter compensare il costo degli affitti per gli immobili comunali con attività e servizi gratuiti resi alla comunità.Una soluzione che è stata attuata nei fatti per una sola cooperativa sociale di tutte quelle colpite da procedimenti amministrativi ovvero la Cooperativa La Solidarietà”.

“Oggi ad Aprile 2015 sotto i colpi delle politiche di austerity e recupero crediti chiudono i cinema, gli spazi sociali che rendono servizi gratuiti da diversi anni soprattutto in quartieri popolari come il Rione Libertà o che operano con categorie deboli come i disabili o i bambini con particolari patologie infine gli spazi teatrali che non sono fruibili per le associazioni e i gruppi teatrali che sono costretti ad affittare spazi privati.
Mentre le logiche ragionieristiche prevalgono le migliori energie della città rischiano di scomparire nel silenzio generale della classe politica e amministrativa della città che ancora non riesce ad immaginare una proposta che pur tenendo conto delle esigenze di far cassa possa tutelare, difendere e sostenere le realtà sociali che con spirito volontario si adoperano per un miglioramento in termini sociali e culturali della nostra comunità.
Per questo motivo è nato un coordinamento delle associazioni, cooperative sociali, gruppi informali e teatrali che hanno intenzione di porre al centro dell’attenzione della nostra comunità non solo l’importanza di tutelare e salvaguardare gli spazi sociali ma soprattutto di valorizzare tali esperienze riconducendole a percorsi istituzionali e democratici, prevedendo quindi un'adeguata disciplina all’interno di un regolamento comunale”.

“Il protagonismo sociale e culturale sviluppato dagli spazi sociali della nostra città meritano un riconoscimento sul piano istituzionale che consenta non solo di tutelare gli spazi già esistenti ma che per il futuro sancisca un principio generale che consenta la proliferazione di queste esperienze di democrazia diretta e di crescita collettiva. 

Tali spazi possono essere inseriti nella categoria di ‘beni comuni’ anche mediante procedure di democrazia partecipata (quali, ad esempio, Consulte civiche), privilegiando l'individuazione degli stessi quali sedi di attività a carattere sociale, culturale, educativo e ricreativo, attraverso i quali poter soddisfare l'interesse generale della collettività e favorire l'inclusione e l'aggregazione sociale di fasce a rischio (giovani, donne, immigrati, anziani, diversamente abili) stabilendo, tuttavia, che spetterà in ogni caso all'Amministrazione comunale la decisione finale in merito alla suddetta destinazione”.



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