La musica come cultura. Luca Aquino racconta "Petra"

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Luca Aquino a Petra in GiordaniaLuca Aquino a Petra in Giordania

Ha realizzato il suo ultimo lavoro a Petra in Giordania ricevendo in queste ore il patrocinio dell'Unesco. Il prossimo 7 aprile salirà sul palco dell’Olympia Hall di Parigi per esibirsi insieme con Sting nella reunion della "Manu Katché and friends”. Parla di questo e molto altro il jazzista sannita Luca Aquino nell'intervista rilasciata a ilquaderno.it.

Luca Aquino le sue origini non le ha mai rinnegate. Anzi l' affetto per la sua terra l'ha sempre dimostrato con i fatti. Basti pensare a Riverberi, la manifestazione jazz che oramai da diversi anni ha scelto di organizzare a Benevento. 

Sarà per questo suo forte legame con il Sannio che Aquino sceglie, per la prima assoluta di Petra, il paese di Sant'Angelo a Cupolo. Il 27 febbraio alle 18.30 verrà infatti presentato nella Chiesa del SS Rosario in piazza San Giuseppe a Pastene l’iniziativa realizzata per conto di #uniteforheritage, la campagna internazionale che mira a sottolineare l’importanza del patrimonio culturale quale strumento per la promozione del dialogo nei paesi arabi, contro i crimini di tipo terroristico.

Petra è Patrimonio Unesco come un pezzo della tua città. E' questo che ti ha spinto a registrare in quel luogo magico cogliendo anche i “riverberi naturali” ?
Il sito archeologico di Petra è patrimonio Unesco dal 1985 e fa parte delle sette meraviglie del mondo moderno. Il suo fascino unico ha richiamato registi che hanno questo luogo come set di film di avventura e fantascienza, uno tra i tanti è stato Indiana Jones e L’Ultima Crociata. Registrare sotto una delle chiese incastonate nella roccia è stata un’esperienza indimenticabile. Il luogo era dotato di un timido riverbero che variava a seconda di come puntavo la campana della mia tromba. Questo capita in molti luoghi e ci si impiega tempo a capire come e dove suonare nell’ambiente che ti circonda.

La registrazione dell’album è stata promossa dalla campagna dell'Unesco #Unite4Heritage, iniziativa di sensibilizzazione internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale dai crimini di tipo terroristico. Fondamentale, per la registrazione, la collaborazione con parner quali Unesco, il Petra Development and Tourism Authority e il mecenate Talal-Abu Ghazaleh che sostiene l’orchestra nazionale giordana con amore e forza. Un personaggio brillante, esperto in proprietà intellettuale e con una passione sviscerata per la musica e l’arte. Sarà anche presente al concerto del 27 febbraio alle 18:30 nella Chiesa del SS Rosario a Pastene, organizzato dal Comune di Sant’Angelo a Cupolo.



Perché scaricare gratis le tracce del tuo album?
E’ un’idea. Devo ancora trovare un accordo con Unesco. Vorrei dare la possibilità agli appassionati di scaricare gratuitamente il disco dal mo sito web, con la possibilità di effettuare una libera donazione all’organizzazione che gestisce il sito archeologico di Petra. Tutto questo dopo la presentazione ufficiale di aprile in Giornadia e il lancio dell’album “Petra”. E’ una band nuova che vede Sergio Casale al flauto e agli arrangiamenti, Carmine Ioanna alla fisarmonica e in più l’ensemble è composto dall'oboeista Laurentiu Baciu, dal contrabbassista Basem Aljaber, dal violista Vartan Petrosyan, dal percussionista di New Orleans Brad Broomfield e dalla violinista Anna Matuszczak.

Cosa significa oggi essere musicisti?
Ci vuole tanto impegno ma soprattutto una forte passione: il segreto è nel non prendersi troppo sul serio, divertendosi e rendendo, specialmente agli altri, la vita semplice. A me piacciono le scoperte e l’esploratore Umberto Nobile è uno dei miei tanti miti. Se viene a mancare la curiosità, ci si stanca dopo una ventina di voli aerei e tutto svanisce.



Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ad aprile salirò sul palco con Sting, all’Olympia di Parigi, Manu Katchè ed altri amici. Sto registrando, insieme ai Solis String 4et e il batterista Gianluca Brugnano, un album sulla Napoli del settecento, interpretando canti popolari. Domani registreremo Cicerenella. Il progetto si chiama Vesevus e tra noi c’è un’intesa perfetta. Nel 2018 ho inoltre in programma un Bike Tour. Girerò l’Italia in bicicletta, proponendo la mia musica ai festival interessati.

Che significa sponsorizzare Riverberi mettendoci la propria faccia?
Dietro il festival c’è una gran fatica ma anche tante soddisfazioni. Riverberi è conosciuto oltre Italia ed è solo l’inizio. A settembre sbarcherà in Giordania. Voglio creare un gemellaggio con i campi profughi al confine con la Siria. Chi vuole esser parte integrante di quest’avventura, non deve far altro che seguirci.

Un progetto dunque quello di Luca Aquino che va in linea anche con quanto promosso e siglato ieri dal Governo, ossia la nascita dei Caschi blu della cultura. L’unità speciale, la prima al mondo, affiancherà l’Unesco nella tutela del patrimonio culturale mondiale. 

Michele Palmieri



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