Riforma Costituzionale. A Colle Sannita l'incontro del PD: "No a immobilismo". FOTO

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Un momento dell'incontroUn momento dell'incontro

Si è svolto ieri a Colle Sannita l’incontro promosso dal Partito Democratico sulla Riforma Costituzionale.

Ha visto la partecipazione del segretario provinciale Carmine Valentino, del consigliere regionale Mino Mortaruolo e del sottosegretario al Mit on. Umberto Del Basso De Caro l’incontro svoltosi ieri sera a Colle Sannita e promosso dal Partito Democratico sul tema della Riforma Costituzionale.

Nel corso dell’incontro aperto dal coordinatore del circolo Gianfranco D'Agostino e' stata condivisa da tutti i relatori una necessità: “il nostro Paese ha bisogno di riforme. Certo – si è detto – la riforma in questione è perfettibile ma l'importante è partire. Non possiamo più permetterci un immobilismo anacronistico che danneggia tutti. Dobbiamo però evitare eccessive strumentalizzazioni: il si ed il no vanno motivati nel merito. La riforma pone le basi per avere una Italia più competitiva, al passo con i tempi ed allineata alla maggior parte delle grandi democrazie europee. Dalla fine del bicameralismo paritario alla riduzione dei parlamentari e dei costi degli apparati politici, dal riequilibrio dei poteri tra Stato e Regioni al rafforzamento degli strumenti di democrazia partecipativa, tante sono le ragioni per votare Si”.

“I passi in avanti – hanno spiegato – sono evidenti specie sulle competenze concorrenti Stato/Regioni, create nel 2001. Finalmente si delimitano gli ambiti e molte competenze torneranno allo Stato: la gestione di porti ed aeroporti, trasporti e navigazione, politiche per l’energia e per il lavoro. Queste materie non possono essere di pertinenza regionale ma devono essere gestite da un piano nazionale. Non è pensabile che ogni regione gestisca il suo sistema dei trasporti, disinteressandosi delle decisioni che vengono prese dalla regione vicina. È necessario creare rete e sinergia e compensare le debolezze e le potenzialità dei territori. Stesso per le politiche del lavoro, e per la tutela della saluta. È giusto che tutti abbiano le stesse opportunità e prospettive in ogni parte d’Italia”.

Altro punto trattato è stato quello del rafforzamento degli strumenti di democrazia partecipativa. “Basti pensare – hanno esplicato i relatori – che il referendum abrogativo vede ridotto il numero del quorum qualora i cittadini che propongono la consultazione siano almeno 800.000 .Basterà che vada a votare il 50 % più uno dei votanti delle ultime elezioni politiche e non il 50 % più uno degli aventi diritto. Viene introdotto un nuovo tipo di referendum : il referendum ‘propositivo’ con il quale la popolazione può chiedere al Parlamento di emanare una nuova legge su un tema particolare. La riforma è di un Paese più semplice e che funziona meglio a tutti i livelli. Non mette in discussione i principi fondamentali della nostra Costituzione ma permette che questi principi possano essere attuati”.



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