L’Ultimo Inquisitore di Forman
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Sono passati sette anni dall’ultimo film di Milos Forman che torna dietro la macchina da presa con L’Ultimo Inquisitore; stavolta per raccontare agli spettatori una storia sul potere e sulle conseguenze del suo crudele uso indiscriminato.
Il pittore Francisco Goya fa da testimone e narratore della vita della sua giovane musa Ines, tacciata d’eresia e perseguitata, torturata e seviziata, dall’inquisitore Lorenzo che si ritroverà invischiato nel suo stesso modus operandi.
Dolorosi stravolgimenti in una Spagna dilaniata, a cavallo tra ‘700 e ‘800, vengono raccontati in questa non-biografia con ricostruzioni ineccepibili, dal set, ai costumi, alle luci, dall’impeccabile formalismo di Forman, più vicino alle atmosfere del suo Amadeus e del suo Valmont che all’ultimo Man On The Moon. Goya fu pittore dalla forte critica sociale, vicino alla realtà e all’umanità e, con la sua arte, fu impotente cronista del dolore e della sofferenza, testimone del sopravanzare di un potere intollerante e totalitario votato alla cieca repressione.