L’ombra del potere

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 14 anni fa Robert De Niro passava dietro la macchina da presa per raccontare la quotidianità di una vita sotto l’influenza della malavita, in Bronx. Ora nell’Ombra del Potere mostra l’altra faccia della medaglia, quella della giustizia, raccontando la quotidianità di un agente della Cia, sullo sfondo della nascita dell’intelligence americana. Il desiderio del regista è chiaro: non mostrare la solita spy-story fatta d’azione e gadget tecnologici, ma, giocando tutto sui dialoghi, evidenzia il lato umano e professionale di individui che hanno contribuito alla costruzione di una delle più potenti organizzazioni governative americane. Star di calibro sono le pedine della pellicola: Matt Damon, Angelina Jolie, Alec Baldwin, lo stesso regista, Billy Crudup.
De Niro già dagli inizi degli anni ’90 inseguiva un simile progetto, fino all’incontro con la sceneggiatura di Eric Roth quando ha trovato finalmente quello che cercava. Il risultato è quindi un film retto da solido mestiere, sia nelle riprese che nella sceneggiatura, come nella recitazione, e da un impeccabile ma freddo formalismo, lasciando non del tutto soddisfatti.



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