Ai Confini del Mondo

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Gore Verbinsky, con Ai confini del mondo, chiude la saga “mitologica” del nuovo millennio del Pirata dei Caraibi, costruita su quella greca e sull’epopea marinara. Nuovi orizzonti visivi sono sorretti da immaginifici effetti speciali che colpiscono lo spettatore per il loro iperrealismo. Dinamiche interpersonali s’intrecciano e si complicano in un continuo alternarsi di colpi di scena fino al climax nell’adrenalinico finale. Nuovi personaggi arricchiscono la storia, vecchi la stravolgono.

Come in ogni saga mitica, la storia va letta nel suo complesso dei tre capitoli; ogni eroe, da Jack Sparrow a Will Turner, ha il suo “tallone d’Achille”, e ognuno di loro viene messo continuamente davanti ad una scelta; il finale si vela di un inaspettato manto di tristezza che accompagna l’epilogo dell’intera saga. Momenti divertenti alleggeriscono la tensione solo per gettare lo spettatore nelle vorticose scene: sul pennone della nave, sotto la pioggia, a duellare con Daid Jones, e a respirare la brezza marina, mentre l’appassionante musica (di Hans Zimmer) fa cavalcare lontano le nostre emozioni.



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