Si conclude Vinitaly 2017, Falanghina e Aglianico prodotti di punta della "Campania, dove il vino è leggenda"

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Vinitaly 2017. Padiglione Campania vigna FelixVinitaly 2017. Padiglione Campania vigna Felix

Appena conclusa la 51esima edizione dell’evento. Quest’anno le parole chiave sono state internazionalizzazione, business e digital transformation. Presente anche la Campania con le sue eccellenze.

Da domenica 9 aprile a mercoledì 12 si è tenuta a Verona quella che è stata ribattezzata l’edizione “50+1” di Vinitaly, il più grande salone internazionale per vino e distillati. L'Italia quest'anno si è confermata il secondo Paese esportatore di vino nel mondo, per un valore registrato nel 2016 di oltre 5,6 miliardi di euro e una crescita sull'anno precedente del 4,3%.In questa edizione, il trend delle presenze estere si è prospettato in crescita, con nuovi buyer registrati provenienti in particolare dalla Cina, Usa, Regno Unito, Russia e Nord Europa.

Ma si è guardato principalmente ad Oriente, con Verona punto di partenza di una nuova via della seta per il vino italiano: i responsabili di Vinitaly, infatti, hanno annunciato una partnership con 1919, gigante della distribuzione O2O (online to offline) di vino in Cina.

La fiera, con circa 4300 aziende espositrici provenienti da più di 30 paesi (aumentate del 4% sul 2016), si è conclusa con 128mila visitatori. Protagonista dell’evento anche la Campania, che quest’anno si è presentata con lo slogan “Campania, dove il vino è leggenda”. I visitatori hanno potuto degustare i vini campani nel padiglione B, in uno spazio espositivo di 4.800 metri quadri, arricchito al proprio interno con le Luci d'Artista.  Duecentocinque le aziende vitivinicole che hanno esposto i propri prodotti e che per la prima volta si sono presentante insieme, con un'immagine unitaria.

Le due sale allestite all'interno del padiglione sono state denominate “Falanghinà” e “Aglianicò” in omaggio alle due tipologie di vini campani più note.  Numerosi gli appuntamenti in programma: da seminari e degustazioni ad attività di promozione delle aziende attraverso incontri con buyers stranieri.

Il lavoro preparatorio per il Vinitaly 2017 è iniziato la scorsa estate e il presidente UnionCamere Campania, Andrea Prete, si è mostrato sin da subito ottimista e sicuro del successo campano a Verona, definendo il vino un brand per la nostra regione.

Considerate le produzioni nazionali (Veneto, Piemonte e Toscana in primis), la Campania non offre grandi quantità di vino, tuttavia si registra la più alta quantità di doc per i bianchi, dato confermato da un elevatissimo incremento nelle esportazioni: il 261% rispetto al 2016, a fronte dell'85% nazionale.

Come anche sostenuto dal presidente De Luca durante la cerimonia di inaugurazione del padiglione, la linea dei vini campani deve essere quella della qualità e, considerati i prestigiosi riconoscimenti ricevuti, l’obiettivo, per il momento, sembra essere raggiunto: si ricordi, infatti, il Marraioli Sannio Dop Aglianico e l’Aglianico Carrese 2014 che proprio al Vinitaly sono stati selezionati per la guida 5starwines.

Abbiamo chiesto ad alcune aziende vinicole di Taurasi (AV) che hanno partecipato a Vinitaly 2017 la loro esperienza in merito. Abbiamo intervistato Raffaele Inglese per le cantine “Antico Borgo”. L’ultimo giorno dell’evento la cantina era presente a Verona con altre cinque cantine dell’associazione Taurasi (Azienda agricola Barrasso Luciano, Caspariello, Mier vini, Vigna Villae, Azienda vinicola Cardinale). Inglese è il secondo anno che partecipa a Vinitaly come cantina Antico Borgo e considera l’edizione appena conclusa migliore della precedente, soprattutto per come è stato organizzato il padiglione della Campania (nonostante quest’anno ci sia stata una drastica riduzione dei costi).

Ritiene che partecipare a Vinitaly sia una grande opportunità, soprattutto per i piccoli produttori e per chi lavora in piccole realtà. Nei giorni a Verona, infatti, si è reso conto di quanto si apprezzino sempre di più le tipicità locali. Ritiene che la Campania possa dichiararsi soddisfatta, nonostante ci sia stata una riduzione dei costi nell’ organizzazione. È d’accordo anche Giacomo Pastore dell’azienda vinicola Mier Vini.
Pastore considera l’edizione 2017 di Vinitaly diversa dalle altre. Diversa perché, come già accennato, quest’anno la Campania si è presentata come un territorio unito. Diversa perché le grandi aziende vinicole irpine hanno abbandonato l’isolamento del padiglione a sé decidendo, così, di unire i propri prodotti agli altri.

Quest’anno è stato dato un giusto profilo alle cose: più spazio alle piccole aziende e promozione anche di altri prodotti (in primis l’olio).
Pastore ha apprezzato, inoltre, anche le altre iniziative promosse dalla Camera di Commercio di Avellino, prime tra tutte Piazza Irpinia, teatro di incontri e degustazioni per far conoscere e valorizzare le eccellenze territoriali. Infine, Gino Caggiano, titolare del punto di degustazione e vendita “Sella delle Spine”, ritiene Vinitaly sempre un’ esperienza positiva, ma con delle riserve.

Caggiano, infatti, dichiara che le piccole realtà siano schiacciate dalle grandi e che non si è cercato concretamente di dare più spazio alle piccole aziende. Far competere piccole e grandi aziende è inutile. Così come non è stata un’idea felice unire tutta Campania, terrà così eterogenea in un unico padiglione. Sarebbe stato meglio per le aziende e per la Campania nel complesso che l’Irpinia si presentasse singolarmente.

Carmen Chiara Camarca



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