Riverberi - Appia In Jazz, Domani Bosso E Mazzariello A San Leucio Del Sannio

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L’edizione 2019 di Riverberi arriva al penultimo atto. Domani a San Leucio del Sannio, nella suggestiva cornice di Palazzo Zamparelli, saranno di scena il trombettista Fabrizio Bosso e il pianista italo-inglese Julian Oliver Mazzariello in “Tandem”, il progetto che dà il titolo al loro nuovo album e approdo naturale di un connubio artistico già rodato grazie ad un solido rapporti di amicizia e alle precedenti esperienze comuni.

Il duo interpreterà in una chiave del tutto personale le più grandi canzoni della musica internazionale e le colonne sonore che hanno fatto la storia della cinematografia. Il concerto è in programma alle 21.30, ma sarà preceduto da una gustosa anteprima, alle ore 21.00, con il perfomer Vittorio “V” Zollo che presenta la sua “Stazione Fantasma”. Ricordiamo che al seguito della carovana di Riverberic’ c’è la mostra fotografica “Belvederi e Paesaggi sull’Appia Antica”, curata da Luca Vernacchio con scatti dei coni ottici dell’Antica Direttrice Romana. L’accesso agli spettacoli è totalmente gratuito. Previsto anche un aperitivo-degustazione con vini e prodotti del territorio offerti dalla crew di Riverberi.

Il festival diretto da Luca Aquino si chiuderà a Forchia domenica 16 giugno, con il recupero della data prevista per la serata inaugurale del 12 maggio, rinviata a causa del maltempo. L’appuntamento è per le ore 19.00 in Viale Forche Caudine, con la Rievocazione Storica della Battaglia delle Forche Caudine a cura dell’associazione “Benevento Longobarda”. A seguire Anteo Di Napoli racconterà “I Tromboni di Fra’ Diavolo”, il noto eroe popolare che ha compiuto le sue imprese proprio lungo l’Appia Antica. Si chiude alle 21.00 con il concerto della Banda del Bukò, che presenta il progetto “Tartarughe sui Pattini”.

Da non dimenticare poi la data fuori cartellone del 15 giugno a Benevento città, con la presentazione di “Italian Songbook”, il nuovo disco di Luca Aquino (primo lavoro dopo l’infortunio che lo ha tenuto lontano dalla scena per quasi due anni), direttore artistico della rassegna, prodotto dall’etichetta tedesca Act ed in parte realizzato in collaborazione con l’Orchestra Filarmonica di Benevento, con Danilo Rea come guest. L’evento, anche se non inserito nel palinsesto ufficiale (fa invece parte della stagione concertistica dell’OFB) si terrà presso l’Arco del Sacramento. A differenza di tutti i concerti ufficiali di “Riverberi”, che sono ad ingresso gratuito, per accedere alla “prima” di “Italian Songbook”, c’è bisogno di un ticket. I biglietti sono già in vendita al costo di 15 euro a Benevento presso “Cafè Le Trou” (Corso Garibaldi 17) e “Drogheria Frittole” (Via Capitano Pasquale De Juliis) e sul sito dell’OFB (www.ofbn.it). Sono due gli spettacoli previsti il 15 giugno: un primo alle ore 20.30, un secondo alle 22.30.

Fabrizio Bosso inizia a suonare la tromba all’età di 5 anni e a 15 si diploma al conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Nel 2000 pubblica “Fast Flight”, il primo disco a suo nome. Nel 2002 esce il primo disco degli High Five intitolato “Jazz For More”, al quale seguirà “Jazz Desire” nel 2004, per la prestigiosa Blue Note “Five For Fun”nel 2008 e “Split Kick” per Blue Note Japan nel 2010. Fin dall’inizio della sua carriera Fabrizio può vantare collaborazioni importanti come, fra i tanti, Gianni Basso, Enrico Pieranunzi, Rosario Giuliani, Charlie Haden, Carla Bley.Con la Blue Note, pubblica nel 2007 uno dei suoi dischi più importanti, “You’ve Changed”, in quartetto e 13 archi magistralmente arrangiati da Paolo Silvestri, con alcuni ospiti come Stefano Di Battista, Bebo Ferra, Dianne Reeves e Sergio Cammariere, al quale deve l’ingresso nel mondo del pop e la sua prima apparizione al Festival di Sanremo. Sempre con la storica etichetta Blue Note, pubblica anche “Sol”, primo disco della formazione Latin Mood, nata nel 2006 e che condivide con Javier Girotto. Seguirà poi nel 2012 “Vamos”, pubblicato con la Schema Records. Era sempre di Schema Records anche “Handful Of Soul”, ancora con gli High Five, che consacrerà al successo Mario Biondi. Nel 2010 pubblica “Spiritual”, con Alberto Marsico e Alessandro Minetto con cui pubblicherà anche “Purple”nel 2013, per la Verve/Universal. Nel 2011, un altro punto di svolta: la registrazione, presso gli Air Studios di Londra, dell’album “Enchantment- L’incantesimo Di Nino Rota” con la London Symphony Orchestra e la ritmica di Claudio Filippini, Rosario Bonaccorso e Lorenzo Tucci. Gli arrangiamenti e la direzione sono di Stefano Fonzi. A un anno di distanza, esce il disco “Face To Face”, per Abeat Record, in duo con il fisarmonicista Luciano Biondini. Nel frattempo, molte sono le partecipazioni a Festival prestigiosi, in Italia e all’estero. In particolare, raggiunge una grande popolarità in Giappone, dove torna sistematicamente con i suoi progetti. Negli anni, partecipa ancora a Sanremo, sia con Sergio Cammariere che con Simona Molinari, Raphael Gualazzi e Nina Zilli. Molte sono le collaborazioni crossover (come “Uomini in Frac” dedicato a Domenico Modugno e “Memorie di Adriano”, dedicato al repertorio di Celentano) e anche interdisciplinari con “Il Sorpasso”, sonorizzazione dal vivo di un montaggio di immagini tratte dal capolavoro di Dino Risi , o “Shadows”, un omaggio a Chet Baker con Julian Oliver Mazzariello al piano e Massimo Popolizio voce recitante. Non mancano le partecipazioni di Fabrizio Bosso come solista, insieme a grandi direttori d’orchestra come Wayne Marshall o Maria Schneider, e nella rivisitazione della Bohème dal titolo “Mimì è una civetta”, ad opera di Alessandro Cosentino e nata da un’idea di Cristina Mazzavillani Muti. Alla fine del 2014, esce l’atteso duo con Julian Oliver Mazzariello “Tandem” (con ospiti Fiorella Mannoia e Fabio Concato) e nella primavera 2015 pubblica “Duke” (entrambi per Verve/Universal), dedicato a Duke Ellington, con il suo nuovo quartetto composto da Julian Oliver Mazzariello, Luca Alemanno e Nicola Angelucci e una sezione di sei fiati. Gli arrangiamenti e la direzione sono affidati al magistrale Paolo Silvestri. A Maggio 2016, sull’onda dell’incontro in occasione di Tandem e poi del progetto live “Canzoni”, esce il disco con Julian Oliver Mazzariello e Fabio Concato, “Non Smetto Di Ascoltarti”, pubblicato da Warner Music.

Tandem live at Umbria Jazz Winter è il nuovo album di Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello uscito venerdì 24 maggio per la Warner Music Italia. Toccherà anche il Brasile il tour di presentazione dell’album, dopo le tappe in numerose città italiane. Registrato nella notte di Capodanno 2019, in occasione dell’edizione invernale di Umbria Jazz a Orvieto, questo disco rappresenta la naturale cristallizzazione e restituzione al pubblico dell’intesa musicale che intercorre tra Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello. Ci sono due modi di fare le cose insieme: perseguire due strade parallele che portano alla stessa meta, oppure pedalare all’unisono. Quest’ultima è la scelta che hanno fatto Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello, e il primo album dal titolo Tandem, pubblicato nel 2014, testimoniava questa unione, iniziata sul palco ma che trascende le regole delle classiche collaborazioni. In 17 anni il loro rapporto di fraterna amicizia e l’approccio con la musica totalmente libero dagli schemi accrescono il loro sodalizio, fino a farli diventare una sola voce. C’è tutta l’intima essenza artistica di Bosso e Mazzariello in questo disco: dalla musica per film (su Schindler’s list, unica traccia registrata in studio, accompagnati dal quartetto d’archi composto da Luca Bagagli, Leonardo Spinedi, Elena Favilla e Kyungmi Lee) alla commistione di generi e stili (le fughe blues di Mazzariello sulla “bossanoveggiante” Lembra de Mim o i repentini passaggi dal bop allo slow time in Domenica è sempre domenica), passando per il frequente ricorso all’effettistica (le saturazioni di delay in Together e in Nuovo Cinema Paradiso) o attraverso la rilettura di standard (Misty e l’encore finale di In a Sentimental Mood), che al meglio riflettono il credo musicale del duo. Un’essenza tangibile e immediata, a testimonianza del fatto che, quando i loro destini si incrociano, a farlo sono anche le loro anime. Quel che emerge nitidamente tra le note dell’album è un’intima complicità esecutiva, nonché un rodato interplay capace di sprigionare una notevole energia, tanto nei brani più carichi di brio e groove, quanto nelle ballad.



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