Le tradizioni dello Sri Lanka: cannella e pesca sul trespolo

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Siamo a Meetiyagoda nel bel mezzo di una fantastica piantagione di cannella, un albero sempreverde originario proprio dello Sri Lanka, presente sin dall’antichità.
Incontriamo Saman, uno dei gestori della piantagione. Ci fa notare con orgoglio che il luogo in cui ci troviamo è famoso per l’altissima qualità della cannella che si produce. Ci porta in giro per la piantagione, poi dentro uno stabile pieno di rami tagliati dalla pianta di cannella adulta.

Qui gli uomini della piantagione, con un coltello ben affilato, tolgono la corteccia dai rami che poi viene fatta essiccare al sole.

La corteccia essiccata altro non è che la cannella. Viene confezionata per poi essere venduta.
L’odore è inebriante.



Attraverso un metodo particolare gli uomini della piantagione producono anche l’olio di cannella che viene utilizzato per realizzare prodotti medicinali, soprattutto per il mal d’orecchio, il mal di denti e per combattere il raffreddore. L’olio viene usato anche per essenze e profumi.

Nell’antichità, le persone in Sri Lanka applicavano alcune gocce d’olio sulle tempie e sul collo per riscaldare il corpo durante le stagioni fredde.

VIDEO - The spiciest cinnamon plantation

Al tramonto, lungo la costa, nelle vicinanze di Ahangama, un piccolo villaggio, rimaniamo colpiti dai tanti trespoli conficcati nel fondale marino con appollaiati sopra pescatori che utilizzano un ramo come canna da pesca. Sono gli stilt fishermen che utilizzano questo metodo di pesca unico al mondo, originario della loro cultura cingalese.

Ne vogliamo sapere di più. Avviciniamo Shan, un pescatore appena rientrato a riva.

Il racconto comincia nella vicina giungla dove vive con la famiglia, un chilometro dal mare. Qui ci fa vedere come realizza la canna da pesca: taglia un ramo dall’albero chiamato Kitul, un albero simile alla palma ma molto difficile da trovare, toglie foglie e rametti con un coltello finchè il ramo non risulta liscio e poi lo mette ad essiccare in casa per qualche giorno.


Shan si costruisce anche l’amo: prende un pezzetto di metallo, affila la punta e lo rende liscio e lucido in modo che attiri i pesci. Ogni amo può essere utilizzato fino a 15 volte. Infine, con un filo di nylon, lega l’amo al ramo. Ed ecco pronta la canna da pesca.

Il trespolo che i pescatori utilizzano per la pesca è un palo molto robusto, prezioso patrimonio che viene tramandato di padre in figlio.
Gli unici pesci che abboccano con questa tecnica sono il Bollu e i Koramburuwo, piccolissimi pesci di cui la barriera corallina è ricca. Si pescano all’alba e al tramonto.

VIDEO - Stilt fishermen


Domenico Pacifico




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