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Grasso: contro la mafia offriamo opportunità serie ai giovani

Benevento - 2:27:42 1787 stampa questo articolo

“Pizzini, veleni e cicoria”. In Piazza San Bartolomeo ha fatto tappa l’antimafia con il procuratore nazionale Pietro Grasso e il giornalista Francesco La Licata che hanno presentato il loro volume scritto per ricordare la cattura di Bernardo Provenzano, nella kermesse "Quattro Notti e più di luna piena".

Un risultato conseguito grazie al lavoro silenzioso di tanti uomini dello Stato, tra cui spiccano i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a cui Grasso ha dedicato la sua fatica letteraria. “Il loro ricordo mi accompagna costantemente perché tra di noi c’era un rapporto di stima reciproca – ha detto in apertura Grasso -. Il libro nasce da un dialogo per ripercorrere le fasi di un successo ma anche per proiettarci sul futuro. Non è solo la cronaca della cattura di un latitante, ma anche il racconto della presa di credibilità da parte dello Stato in cui ormai i cittadini non credevano più”.

La cattura di Provenzano è stato l’atto finale della stagione di Grasso a Palermo. Tanto del suo lavoro è stato dedicato allo studio della figura del boss di Corleone. Un uomo conosciuto grazie alle approfondite indagini e di cui Grasso ha offerto uno spaccato: “Nella fase finale della sua latitanza, Provenzano è tornato alle origini, a vivere in campagna. Una scelta resa possibile grazie all’omertà dei pastori che lo hanno ospitato. E poi ha capito che era necessario distaccarsi dalla famiglia se voleva continuare ad essere al vertice della mafia”. Criminalità che con la sua cattura è stata fortemente ridimensionata ma che comunque offre spunti di preoccupazione e di allarme.

“La mafia è tornata al passato, condito di tradizione e di radicamento. Ma ha avuto anche la capacità di adattarsi alla nuova realtà sociale, utilizzando le nuove tecnologie e estendendosi nel silenzio senza troppo clamore”. Una lettura della situazione che, ha fatto notare il moderatore Mario Orfeo del Mattino, fa da contrasto con la Campania dove a metà anno sono già 64 gli omicidi della camorra. Un fenomeno che Grasso ha definito pericoloso in quanto “la malavita organizzata tenta di estendersi in tutte le realtà sociali. Appare debole in quanto è una realtà trasversale che fa nascere conflitti interni”.

Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha introdotto nel dibattito il discorso relativo al regime del 41 bis che comprende l’ergastolo e il carcere duro. Il guardasigilli si è detto molto scettico sulla possibilità di revoca della norma, trovando un ottimo alleato in Grasso che ha dichiarato: “Il carcere deve essere un’occasione per ridurre il contatto con l’esterno e far perdere potere ai boss. La pena è necessaria e rappresenta un deterrente. I cittadini non gradirebbero una eventuale riforma”.

’incontro si è concluso con un appello rivolto dal procuratore nazionale antimafia. “La questione criminale – ha detto Grasso – è nazionale e da tutti deve essere considerata. La politica deve dare risposte serie sul fronte del lavoro. Solo se saremo capaci di offrire opportunità serie e concrete alle giovani generazioni la mafia perderà terreno”. Una testimonianza di serietà e di impegno a cui i beneventani hanno tributato il giusto consenso.
P.G.



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