Sound&Vision: Synthpop/Trust

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Può succedere, come nell’incipit del bellissimo film Drive, che a notte tarda, nel ritorno da una convenzionale pizza del sabato sera, seduti in macchina con lo scuro avvolgente della notte, interrotto da piccole luci urbane in lontananza, si è rapiti, per caso, tra il chiacchiericcio degli altri, da un pezzo trasmesso alla radio.

Può succedere che le nostre orecchie siano letteralmente assorbite e sintonizzate su quei suoni che provengono dalle casse dell’auto e il tutto, intorno, si annulli, comprese le parole di chi ti sta accanto.
Può succedere che non si abbia il tempo di dire agli altri “per favore state zitti: voglio ascoltare la radio”, perché il brano corre verso la fine.

Può succedere che si attenda la voce dello speaker radiofonico per vedere se al termine del brano ripeta titolo ed artista. Può succedere, però, che lo speaker passi ad annunciare un altro brano e basta. E allora si perde per sempre la possibilità di conoscere chi nella notte che ci ha trasportato verso altre latitudini musicali.

Si potrebbe fare qualsiasi ricerca sul web, dalla scaletta del programma radiofonico alle parole del testo che sono rimaste in mente per carpirne il titolo etc…
Per fortuna, però, esistono piccole app (SoundHound) per ipad, tablet e smarthphone (sia android che Iphone) che consentono di riconoscerne brano, titolo, artista e addirittura le lyrics con pochi secondi di ascolto (o, se ne siete capaci, cantando il pezzo).

Così, mentre gli altri parlavano, ho fatto riconoscere il brano mentre sfumava verso la fine e subito è partita la ricerca su youtube e sul web del pezzo in questione: che al di là di tutto è un brano che rapisce, tanto che di ritorno a casa sono continuate le ricerche su pc.

E l’indomani mattina ho avuto voglia di rimetterlo: Perché?
Perché nonostante le tinte fosche è un brano che trasmette energia positiva (questa è sempre stata la forza della musica). Ma quale brano ha avuto tanta sintonia con quel momento della velocità, della notte, della macchina, quale gruppo importante sta per nascere?
Niente di tutto ciò, o meglio, è un side project della batterista di un gruppo non conosciutissimo ai tanti, gli Austra (from Toronto), che fanno pop venato di dance di quello scuro (primi Depeche Mode e primi New Order giusto per calibrare le coordinate musicali).

Si chiama Trust ed è formato da Maya Postepski (la batterista) e da Robert Alfons, ancor più sconosciuto.
Rispetto al gruppo madre, si muovono più verso il synthpop calibrando quasi un elettro-wave con reminiscenze ’80 che tanto sta tornado nei dancefloor più all’avanguardia.

Chiare sono le matrici, con la batteria elettronica, la voce del cantante trattata e effettata e il refrain delle tastiere che si fissa ben in testa sia per le sonorità che per le belle melodie.
E difatti è davvero un pezzo trascinate quello di Sulk dei Trust. In rete ci sono anche altri brani dell’album “Trust”: tra questi segnaliamo la romantica “Candy Walls” con tastiere così liquide e déjà vu e un video realizzato con una bella fotografia, che racconta una giornata campale del duo.

Il titolo “Sulk” richiama necessariamente delle citazioni nella storiografia musicale: è un brano dei Radiohead dal loro secondo album “The Bends” (quello precedente al capolavoro inarrivabile di Ok Computer) ma per rimanere nello stesso filone musicale è soprattutto il titolo del terzo album di un gruppo new wave ’80: gli Associates del compianto Bill Mackenzie (grande voce) a cui Jim Kerr nel riuscitissimo solo project Lostboy! ha dedicato un tributo e un pezzo fantastico che è Return Of The King, appunto.
Che altro dire? Ci ricorderemo della batterista Maya Postepski degli Austra e del side project Trust? E’ presto per dirlo, ma Sulk è un bel pezzo. Chiudete gli occhi e ascoltatelo!

Giovanni Piacquadio


Video di approfondimento
Trust - Sulk (Single Edit Stream)


"Candy Walls" by Trust



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