Sound&Vision: Natural Born Killers/Jane’s Addiction

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Traccia numero quattro, si parte piano: batteria rallentata, tom, controtempi e piatti cadenzano un ritmo tribale, entra il basso con un doppio passaggio di corda e le linee del suo pulsare, quasi dub-wave, avvolgono in un mantra ipnotico che si fissa irrimediabilmente in testa; in lontananza distorsioni di chitarra e sottofondo di tromba dai toni bassi e note trascinate; su questa trama claustrofobica arrivano i sussurri sciamanici e carismatici di Perry Farrell.
E l’incipit di uno dei manifesti dei ‘90, “Ted, Just Admit It…” dei Jane's Addiction.
Siamo alla fine degli ’80 il new romantic è finito (sintetizzatori e spalline non ci sono più, anche se gli ’80 non sono solo questo. Ci torneremo prossimamente), si sente il bisogno di ritrovare le chitarre vere (i Nirvana e il grunge devono ancora arrivare) e di sano Rock’n Roll. Così, mentre i Guns n’ Roses di “Appetite for Destruction” vedono in milioni di copie, i Jane’s Addiction di Perry Farrell pubblicano “Nothing’s Shocking” nel 1988, tracciando le nuove coordinate del rock alternativo e contribuendo alla nascita del moderno “crossover”.
Il quartetto losangelino, musicalmente, crea un’alchimia hard rock innovativa ed eccitante, fondendo le più disparate influenze, dal metal alla psichedelia, dal funk alla new wave, ma in grado di far emergere una cifra stilistica autonoma e freschissima, che avrebbe marchiato a fondo gli anni ‘90 (pensiamo ai Red Hot Chili Peppers, Limp Bizkit, Incubus, Beastie Boys, Faith No More, Primus, Rollins Band, Rage Against the Machine, Living Colour, per fare alcuni nomi).
I Jane’s Addiction sono in larga parte Perry Farrell, anzi sono Perry Farrell: il loro cantante/leader/inventore/uomo immagine. Farrell è l’ennesimo uomo dai mille volti del rock: il genio, l’eroinomane, il venduto, il poeta, il pervertito, il furbo uomo d’affari, il grande mentore del rock indipendente.
Perry Farrell è il nome d’arte di Peretz Bernstein, nato a New York il 29 marzo 1959 da una famiglia benestante. Sceglie questo nome come gioco di parole con la parola peripheral (periferico), sottolineando la sua passione per le situazioni marginali, i bassifondi e i loro personaggi: puttane e barboni, drogati e falliti. La madre, collezionista d’arte varia e artista dilettante, si suicida quando Perry ha solo 4 anni. Questo tragico fatto, influenzerà la sua vita futura. Nell’adolescenza si trasferisce a Miami col padre gioielliere per approdare infine diciassettenne a Los Angeles, fuggendo di casa "semplicemente perché ero un ragazzo ribelle".
Passa le sue giornate tra surf, pittura e scultura con i materiali più disparati (passione ereditata dalla madre), sesso e droga con la sua compagna storica Casey Niccoli che in quegli anni alterna e spesso condivide con Xiola, l’altra figura femminile storica per Farrell, (grande importanza avranno le figure femminili ”dominanti e protettive” nella sua vita, vista la tragedia in età infantile) e naturalmente la musica.
Qui, forma dapprima un gruppo dark-gothic di nome PsiCom e poi i Jane’s Addiction, con Ercic Avery al basso, Stephen Perkins alla batteria e Dave Navarro alla chitarra che sarà l’alter ego del cantante e con il quale condivide la morte violenta della madre, nel suo caso assassinata. Il gruppo diventa una specie di leggenda per Los Angeles proprio grazie all’estrema energia che sprigionano nelle loro esibizioni dove Farrell da sfogo a tutta la sua carica così come nella musica e nei testi.
Dopo un esordio dal vivo dal titolo omonimo (Jane’s Addiction - il cui nome, la tossicodipendenza di Jane, vuole essere un sentito omaggio ad un amica nel tunnel della tossicodipendenza, la stessa Jane a cui verrà dedicata la magnifica “Jane Says”), pubblicano Nothing’s Shocking ed è subito storia e censura.
Oltre al titolo (“niente di scioccante”), la copertina, opera dello stesso Farrell, tra le più belle del secolo scorso secondo Rolling Stone, è una scultura che raffigura due gemelle siamesi col cranio fiammeggiante accomodate su due strane sedie a dondolo, rigorosamente nude. Il bianco e nero della foto non fa che renderle ancor più malefiche e conturbanti. L’America oltranzista grida allo scandalo, “è inconcepibile che esca roba simile”. Dopo anni di sintetizzatori e danzerecci è il ritorno del rock, quello alternativo, quello di ricerca e sperimentazione. I Jane’s Addiction sono sulla bocca di tutti come quelli da evitare, l’album da nascondere in un cassetto se se ne possiede la copia, da occultare il ticket dei concerti. Eppure Perry Farrell, se non lo si conoscesse è un persona dal look normalissimo. Non alto, uno e un solo tattoo sul deltoide destro, neanche ben definito, nessun piercing, taglio di cappelli normalissimo da essere scambiato per un ragioniere. Lui non ha bisogno di tanti fronzoli, eppure ha un carisma fuori dal comune una carica esplosiva che sprigiona nei testi, nella musica e sul palco.
L’album Nothing’s Shocking ne è testimonianza con testi che parlano di droga, sesso e assassini come la quarta traccia “Ted, Just Admit It…” che è ispirata alla follia omicida di Ted Bundy (colpevole di 36 omicidi), declamandone la sua completa pazzia.

“..I am the killer of people
You look like a meatball…”
“…That's in me
Is it not in you?
Is it not your problem?”

Viene inserita, nella colonna sonora del film “Assassini nati” (Natural Born Killers) di Oliver Stone che racconta la storia, la follia omicida di due giovani, un ragazzo e una ragazza che seminano il panico e la morte. Sono serial killer senza scrupoli e senza una vera e propria ragione. Imprigionati dopo il 54° omicidio.

A distanza di tempo, Anders Behring Breivik, il 22 luglio del 2011, compie una strage in Norvegia, uccidendo 84 persone sull'isola di Utoya. Non è l’unico, purtroppo, ma l’ultimo di una lunga serie di Natural Born killers.

Giovanni Piacquadio


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