Sound&Vision: Ladies & Gentlemen, Ennio Morricone

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Pronunciando il suo nome vengono in mente le bellissime melodie scritte e pensate per il cinema e non si può far altro che una standing ovation per questo italiano che tanto onore ha portato al nostro Paese e ci fa ricordare che, nonostante qualcuno, restiamo sempre un paese di grandissimo spessore culturale e in tal campo di raffinato gusto musicale.

Nato a Roma nel 1928, iniziò la sua carriera di compositore di musica per film nel 1961 con Il Federale di Luciano Salce (con Ugo Tognazzi - grande classico); ma con i film western di Sergio Leone - Per un Pugno di Dollari (1964), Per Qualche Dollaro in Più (1965), Il Buono, il Brutto, il Cattivo (1966), C’era una Volta il West (1968), Giù la Testa (1971) - diventa famoso in tutto il mondo. Non stiamo qui a tessere le lodi (sarebbe superfluo) di un talento e di un Maestro che, nella sua lunga carriera, ha ricevuto 8 Nastri D’argento, 5 Bafta, 5 Nomination all’Oscar, 7 David Di Donatello, 3 Golden Globe, 1 Grammy Award, 1 European Film Award, oltre al Leone D’Oro e all’Oscar alla Carriera.

La sua opera rappresenta appieno la Storia della Musica e tanta influenza ha avuto sui compositori futuri e sul nostro “ascoltare”; spesso i film da lui musicati vengono ricordati per le note e poi per le immagini, tanto che quest’ultime sembrano voler essere un compendio alla melodie. Difatti guardano un film di cui la colonna sonora è scritta da Morricone, si ha la sensazione che non potevano esserci altre note, altre partiture musicali che quelle da lui composte. E’ questa la grandissima rivoluzione: le sue composizioni sono scritte per quella specifica sequenza filmica e determinano tema e genere del film esaltandone il pathos e donando all’intero lavoro grande respiro cinematografico.

In altri casi, invece, si ha la sensazione che, anche se si tratta di bellissimi componimenti musicali, potevano essere scritti per qualsiasi film o qualsiasi altra rappresentazione visiva.

Il suo lavoro - o meglio la sua arte - in particolare le colonne sonore degli anni ’60, insieme a quelle di altri autorevolissimi compositori italiani (Piero Umiliani, Ritz Ortolani, Armando Trovaioli, Piero Piccioni solo per citare qualcuno) non solo costituisce riferimento e guida ma ha creato, in appendice, anche un vero e proprio genere a se stante, in voga oggi, che chiamiamo Lounge Music - Easy Listening. Eleganti e famosi locali (Buddha Bar, il Café del Mar e l'Hotel Costes) ne hanno fatto la propria musica di intrattenimento, creando compilation ad hoc di artisti contemporanei che richiamano quelle atmosfere con un gusto vintage.

Siamo nel periodo del grande cinema italiano e dei nostri grandi compositori, le donne sono truccate con forte eyeliner, palpebra superiore con ombretto più chiaro, cappelli cotonati e voluminosi con pettinatura all’indietro, grandi foulard fascianti con le fantasie di Emilio Pucci, l’arredamento futuribile e bianco di Joe Colombo (ripreso anni dopo anche nelle scenografie di Spazio 1999), le radiocubo di Brionvega, gli anni d’oro di Cinecittà: è il periodo di passaggio dalla Dolce Vita, dalla sociètà del boom economico, al nuovo decennio dei ’70 (con le sue profonde rivoluzioni culturali).

In questo contesto si inserisce “Metti una sera a cena” un film del 1969 diretto da Giuseppe Patroni Griffi, tratto dal suo stesso lavoro teatrale. Una grande prova di attori dove una giovanissima e bellissima Florinda Bolkan (al suo primo ruolo da protagonista- scoperta dalla produttrice, la contessa Marina Cicogna Volpi – intellettuale vera - sua compagna nella vita per 18 anni) interpreta la moglie nel film di Jean-Louis Trintignant (lo ricordiamo assieme a Vittorio Gassman nel ”generazionale” Il Sorpasso di Dino Risi). La Bolkan e gli altri protagonisti intrattengono conversazioni e serate intorno ad un tavolo. Qui, nelle loro acrobazie e sofferenze salottiere, nascondono le loro crisi di coppia e adultere relazioni, disegnando le debolezze di personaggi che, anche se sono il trionfo del fasullo, rappresentano uno spaccato di vita che mette in luce, già allora, riflessioni sul nucleo sociale della coppia ( da leggere a tal riguardo è l’articolo di Alberto Moravia sul film).

Un ruolo importante del film lo ebbe la colonna sonora, firmata da Ennio Morricone. Il compositore con i ritmi della bossa nova costruì un fraseggio di piano ripetuto durante l’intero brano: su questo svettano le bellissime e romantiche partiture dei violini e poi i vocalizzi tecnici e fascinosi di Edda Dell’Orso (in ogni film dell’epoca c’è il suo stupendo timbro di voce che tante atmosfere ha creato - ad esempio sono suoi i vocalizzi in C’era una volta il west – dedicheremo un articolo a parte a questa grande e sottovalutata artista; da non dimenticare anche il “fischio” negli spaghetti western di un altro grande sconosciuto ai tanti, Alessandro Alessandrini).

Il tema principale della colonna sonora divenne, meritatamente, così famoso che è eseguito anche al di fuori del film da orchestre, gruppi musicali e anche cantanti solisti (con l'aggiunta di un testo dello stesso Patroni Griffi): oggi è un classico della musica lounge. Anzi della Musica con la M maiuscola.

Ladies & Gentlemen, Ennio Morricone.


Giovanni Piacquadio


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