Sound&Vision: Riotown, ‘Lontano da qui’

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Fraseggio ritmico di chitarra e basso in apertura, poi attacco di fiati e batteria: è così che inizia l’ultimo brano e anche il primo video realizzato dai Riotown, “Lontano da qui”. La band, formatasi nel 2009, ha dato alle stampe, per la prestigiosa etichetta CNI (Compagnia Nuove Indye), il primo concept “N. 41 Int. A” nell’ aprile di quest’anno. E’ sicuramente un vanto quello di una giovanissima band, e per altro del nostro microcosmo musicale beneventano, quello di essere uscita per una compagine nazionale così importante come la CNI che annovera tra le sua fila artisti come Sud Sound System, Agricantus, Almamegretta, raccogliendo il meglio della scena pop-alternativa italiana.

Ci muoviamo all’interno dello ska-rock, nella ondata di revival che iniziò nei primissimi ’80 in Inghilterra con gli Specials come band guida del nuovo movimento che miscelarono gli elementi classici dello ska (nato nei ’60 in Giamaica con fiati e battuta della chitarra in levare ossia reggae “saltellante”,) con elementi nuovi. In Italia questo stile è stato ripreso e portato avanti da band come gli Statuto, i primi Casino Royale e Giuliano Palma, i Fratelli di Soledad, Persiana Jones & le Tapparelle Maledette, tra i principali interpreti.

Così nel video, sono ben evidenti, per i componenti del gruppo, anche se portati in maniera leggera, i riferimenti stilistici al look tali che anche se non ascoltassimo l’audio potremmo capirne il genere musicale: ne sono un esempio gli occhiali da sole scuri tipo Ray-Ban modello Wayfarer, Bretelle, Berretti anni ’60, (Pork pie hats, camicia bianca, cravatta nera stretta – elementi rintracciabili negli altri video del gruppo su youtube); difatti lo ska non è solo un genere musicale ma anche uno stile, un modo di vestire (per farci una idea basta ricordare Graham "Suggs" McPherson dei Madness, altro gruppo bandiera dello ska, nel famoso video One Step Beyond) ed un coreografico modo di ballare a seguire il coinvolgente mood musicale. Ma la novità che rende interessante questa band è che si tratta di un semplice “gruppo revival” di un genere ben definito, affonda le radici musicali in questo stile ma introduce elementi di novità cercando altre strade e altre coordinate.

Questa nuova cifra stilistica è evidente soprattutto nel resto dell’album: ad esempio “Lividi scuri” dove ad un elettronica minimale si sovrappone un basso dub e ipnotico e la chitarra, questa volta appunto, non è usata come beat ma con interventi puntuali e di accompagnamento come nel refrain del brano (lo stesso avviene per l’uso dei fiati); oppure “Due corpi” dove il ritmo si fa reggae, un reggae solare dove l’equilibrio armonico di chitarra, basso e batteria è contrappuntato da punteggiature di hammond e fiati di accompagnamento nel ritornello e su tutto la bella vocalità e precisa dizione di Giacomo Cavallo (chitarra e voce nel gruppo).

Ma tutti i componenti (Giacomo Cavallo alla voce e alla chitarra, Marco Rabuano al basso,Salvatore Cecere alla batteria, Giuseppe Romano alle Tastiere e Synth, Emiddio Onorato alla Tromba e Luciano Spada al Sax), sono da citare non per dovere di recensione ma perché dotati di buona tecnica e soprattutto di buon gusto musicale. Valerio Vestoso, altro conterraneo di talento (nel campo filmico), ha realizzato il video sottostante, con un intro che cita un brano di Madonna in sottofondo, sigle televisive nazional-popolari e - alternando perfomance del gruppo in una location neutra con lo sfondo di pareti di cemento a vista - video in loop su televisori sparsi e intermezzi di una presentatrice/concorrente di un concorso di bellezza che presenta delle televendite mettendo in risalto il trash delle tv attuale.
Come vediamo, per "nutrirsi" di cose buone, non è necessario andare "Lontano da qui".
Giovanni Piacquadio


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