Sound&Vision: Punk's not dead

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T-shirt comunicative con scritte, T-shirt con iconografie di teschi, le scarpe modello sneackers con effetto “usato”, jeans trattati da risultare cangianti e gamba slim per uomo e donna (aspetto androgino), capelli corti ai lati, asimmetrici e volumizzati in alto, ecc… E’ l’attuale Streetwear.
Qual è la genesi di questo stile? Da dove nasce? O forse c’è un richiamo a qualche estetica del passato?
Siamo a metà degli anni ’70, in Inghilterra, la vita è dura: una forte disoccupazione, il terrorismo dell’IRA, il conformismo, l’ufficialità soffocante, l’economia depressa, il declino dell’occidente, i sogni di cambiamento non si sono avverati. Tutto questo aveva portato a un clima irrespirabile e quindi si erano create le condizioni ideali per la nascita di qualcosa di nuovo.
 
Il 10 giugno1977 un grido di ribellione scosse l’Inghilterra: il giorno del Giubileo d'Argento della regina, la band dei Sex Pistols cercò di suonare God Save the Queen (dopo che era stato censurato dalle radio) su una barca sul Tamigi, di fronte al palazzo di Westminster. Ne conseguì una rissa e furono arrestate 11 persone ma il singolo svettò al 2° posto della UK chart e nacque musicalmente il Punk.
Il Punk non è solo il movimento musicale più radicale nella storia del rock. E’ uno stile di vita che va oltre la musica, investe anche le altre arti (moda, graphic design) ma soprattutto indica un modo di essere ribelle e un atteggiamento di sfida nei confronti del mondo degli adulti, di tutta la società e di ogni tipo di regola.
 
Il Punk, non mira alla semplice distruzione dell’ordine costituito, bensì alla comunicazione del disagio sociale in cui sono inseriti i giovani ventenni della classe operaia inglese, in una società troppo indaffarata per prendere sul serio le voci degli adolescenti, e lo fa attraverso la musica, ma anche attraverso le arti grafiche, la moda giovanile e qualsiasi mezzo che può esprimere questo messaggio.
Esplode nelle vie di Londra, poi in Inghilterra e infine in tutto il mondo, bruciando sulle note di tre accordi di chitarra, volume al massimo, canzoni semplici e piene di rabbia; sono band come i Sex Pistols, Ramones, Dead Boys, The Damned o Clash che tanta influenza hanno avuto negli anni a venire, sugli stili musicali e sulle future band generazionali.
 
Mentre Jamie Reid disegna la cover del singolo di God Save the Queen (imbavagliando un ritratto della regina e virandolo sul blu, esposta di recente a Villa Medici a Roma nella mostra “Europunk”), Malcolm McLaren (manager della band) e Vivienne Westwood - che diventerà una delle designer più influenti della storia della moda - aprono a Londra il loro negozio d'abbigliamento al 430 di King's Road, “Sex”.
E’ l'inizio di uno stile straordinario con creazioni stravaganti e provocatorie in cui i modelli traggono ispirazione non soltanto dalla moda di strada e dal mondo giovanile, ma anche da tradizione e tecnica.
Nasce lo stile Punk e Vivienne Westwood ne è la regina.
 
Lo stile punk trova forza innovatrice nella risemantizzazione di una serie di stilemi provenienti da ambiti totalmente diversi, saccheggiandoli e dandogli nuova identità.
I giovani della working class prendono di mira la classe sociale media, quella che non li ascoltava, perbenista e bigotta. Così se la giacca, la camicia e la cravatta erano sempre stati indumenti che indicavano uno status sociale, il punk li destruttura e ne stravolge le regole: la cravatta, sgualcita e mal stretta, viene sorretta da una spilla; la giacca, preferibilmente in fantasia tartan, viene ricoperta da borchie, spille e spalline militari; le camicie vengono lacerate, rimesse insieme sempre con le spille e utilizzate come manifesto delle proprie idee.
 
Sid Vicious, bassista del gruppo dei Sex Pistols, morto di overdose a soli 21 anni, indossò la catena al collo come pegno d’amore per Nancy Sprugen. Oggetti banali (lamette, catene, lucchetti, ecc…) acquistano una nuova identità.
Le t-shirt, già all’epoca un capo d’abbigliamento universale, sono dilaniate ed utilizzate come supporto per i propri messaggi. che “si riferiscono in modo esplicito agli eroi anarchici o a movimenti universali di speranza” .
 
E’ l'inizio di uno stile straordinario che continua a stupire e inventare nuove frontiere della moda ancora oggi.
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