Massimiliano Bencardino presenta Sinistra Democratica al 'Sabato di Giornale'

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Anche a Benevento ha preso vita il movimento di “Sinistra Democratica” promosso dal ministro Fabio Mussi e dal senatore Cesare Salvi all’indomani del congresso dei Diesse di Firenze che ha sancito la nascita del Partito Democratico. Coordinatore di questa nuova esperienza politica è stato eletto Massimiliano Bencardino che questa settimana è l’ospite della rubrica “Il Sabato di Giornale”.

Perché avete deciso di fondare un movimento come Sinistra Democratica?
La nascita di Sinistra Democratica è il frutto di una riflessione che ci accompagna da alcuni anni. I cambiamenti che hanno registrato numerosi partiti nel mondo vengono da alcune trasformazioni economiche, ambientali e sociali spesso repentine. A tutto ciò noi vogliamo dare una risposta di sinistra, senza chiuderci in una visione ideologica ma affrontando i problemi con un pensiero critico. Questo in Italia, ad esempio, potrebbe significare che risposta diamo al dramma della precarizzazione del mondo del lavoro.
Questa visione non è stata possibile spenderla all’interno del Partito Democratico?
No perché non ci sono le premesse per un discorso del genere. I Diesse, in cui ho militato, sono diventati un partito di governo che ha perso il pensiero critico cioè l’analisi profonda dei problemi. Lo vediamo in Campania e nel Sannio: è un partito che ha mollato la presa sulla tradizione dei partiti di sinistra.
Avete anche l’ambizione di unire l’arcipelago delle sinistre. E’ un obiettivo realistico?
Noi ci siamo dati la forma di movimento proprio perché siamo alla ricerca di un partito della sinistra unita. Rimarremo così, senza organismi dirigenti, per raggiungere questa ambizione che comporta anche numerosi problemi. Un discorso che portiamo avanti con Tonino Conte che ha il nostro stesso obiettivo: unire la sinistra.
Nel Sannio c’è uno spazio politico per questo movimento?
Assolutamente si perché stiamo vivendo un momento di crisi della politica a cui bisogna rispondere con soluzioni chiare sui problemi che sono sul tappeto. Alla crisi della politica, non mi sembra che il PD dia soluzioni chiarificatrici. Per evitare di lasciare spazio al populismo della destra, noi riportiamo in campo il pensiero critico.

Per il Sannio cosa significa?
La Sinistra Democratica deve domandarsi: dopo tutti questi investimenti e queste innovazioni, cosa si è tradotto in termini di sviluppo per il nostro territorio? Sono migliorati l’occupazione e gli indicatori economici?
Il vostro è un atteggiamento critico verso questo centrosinistra. Eppure al congresso provinciale la Sinistra aveva mantenuto una linea morbida verso la dirigenza del vostro ex partito?
Non è vero per coloro che oggi sono nella Sinistra Democratica. Noi abbiamo abbandonato il congresso in modo sommesso senza clamori in quanto non ritenevamo quello lo spazio in cui poter parlare. Lo abbiamo fatto perché abbiamo intuito la meta del vertiginoso processo. Forse ce lo auguravamo perché così si sono palesate le posizioni per quelle che effettivamente erano.
Perché la mozione Angius nel Sannio non vi ha seguito così come è avvenuto a livello nazionale?
Sono rimasti nel partito anche se guardano con scetticismo al PD perché abbandona la prospettiva del socialismo europeo. Alla fine credo che non si tratti di una scelta politica ma di gruppi che si fronteggiano nel partito. Noi abbiamo l’ambizione di confrontarci sulle idee.
L’unità a sinistra a Benevento. Cosa succede?
C’è necessità di parlarsi perché dobbiamo comprendere dove vogliamo andare anche se è certo che alcuni processi ci caleranno dall’alto. Comunque questo è un discorso interessante a Benevento perché aderiscono movimenti, associazioni e il Centro Sociale Depistaggio. Vediamo cosa saremo capaci di trarre dai nostri differenti punti di vista.

Cosa significa per la SD ritrovarsi tra due pilastri come l’Udeur e il PD?
Dico questo. Mi auguro che possa nascere una forza che non partecipi alla coalizione in termini di numeri ma che sappia dare delle risposte politiche ai problemi del territorio. Lo possiamo fare coinvolgendo gli intellettuali visto che non c’è più la cultura legata ai partiti.
Un capitale che intendete spendere alle prossime elezioni provinciali?
E’ difficile dirlo perché noi siamo in una fase di ricerca anche se le cose procedono velocemente. Diciamo che potremmo anche parteciparvi anche se è da deciderne le forme. Sicuramente saremo presenti con una proposta programmatica.
Un bilancio della gestione Nardone?
Negli ultimi anni il sistema elettorale ha portato numerosi benefici alla gestione amministrativa degli enti locali ma ha prodotto anche tante disfunzioni. Oggi c’è un’eccessiva spettacolarizzazione della politica e questo è un limite che si è registrato anche alla Rocca.
Spostiamoci a Palazzo Mosti. Che ne dite della Giunta Pepe?
E’ una squadra che ha mostrato tutta la sua debolezza perché quando si dice di voler cambiare la città bisogna essere credibili. Qui il confronto è sulle nomine, sulle polemiche sterili e non sulle idee. E’ stata data un’immagine sbagliata. Comunque è presto per giudicare quest’Amministrazione. Io penso che il centrosinistra deve rispondere al funzionamento dei servizi.

Credibilità che secondo voi è stata persa anche dal gruppo dirigente dei DS?
Noi fummo perplessi sin dall’inizio della vicenda elettorale. Fu sbagliato inserire in lista persone che non avevano condiviso un percorso. Col senno di poi, avevamo ragione visto ciò che è accaduto il giorno dopo le elezioni. Non basta avere una supremazia numerica sull’Udeur.
Eppure il segretario Insogna è stato riconfermato a pieni voti…
Ma il partito non esiste più in quanto tale. Ad un certo punto viene chiesto ad un numero di persone di andare ai congressi e di votare. Il dibattito invece è molto residuale. C’è una forza numerica ma va analizzata cioè va capito perché queste persone non esprimono la propria opinione.
Sinistra Democratica può attrarre i giovani?
Non dobbiamo ritornare a vecchi stereotipi di analisi di società. Bisogna proporre modelli nuovi ad esempio sulla questione della riforma degli ordini professionali. Su queste questioni credo che tanti giovani possano essere coinvolti.

Pellegrino Giornale



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