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'Il Sabato di Giornale' speciale PD, parla Paola Genito

Benevento - 10:24:33 2616 stampa questo articolo

Si avvicina l’appuntamento del 14 ottobre quando il popolo del nuovo Partito Democratico sarà chiamato a scegliere il segretario nazionale e regionale e ad eleggere i componenti dell’assemblea costituente. I candidati sono pronti ai nastri di partenza in attesa del giorno delle primarie. Per seguire i primi passi del soggetto riformista, il Quaderno.it apre uno speciale del “Sabato di Giornale” con interviste ai sostenitori delle varie candidature. Si parte con Paola Genito, coordinatrice provinciale del comitato a sostegno della candidatura di Enrico Letta.

Lei è un’esponente dei Diesse ma appoggia la candidatura del margheritino Letta. Quali le motivazioni alla base di questa scelta?
Si va verso la costruzione di un nuovo soggetto politico in cui ognuno di noi deve lasciare alle spalle l’appartenenza di origine. Ho aderito con forte entusiasmo alla candidatura di Letta perché ho visto in lui ciò che spero sarà il Partito Democratico: un soggetto politico al cui interno ci sono diverse forze politiche, diversi vissuti capaci però di contaminarsi e di rispondere a quelle che sono le vere esigenze del Paese.
Accanto a Letta c’è Rosy Bindi. Non le sembra che la sua candidatura potesse rimettere al centro la questione femminile?
Aderire ad una candidatura significa aderire ad un progetto, a delle idee. Non credo che ogni donna possa sentirsi rappresentata esclusivamente da un’altra donna. L’importante è che si realizzi un rinnovamento anche attraverso un coinvolgimento delle donne alla vita politica. Nel Sannio credo di rappresentare un esempio: è stato conferito ad una donna, che era politicamente quasi acerba, un incarico di coordinatrice provinciale. Questo è un segnale importante di un rinnovamento nella pratica politica.
Veltroni invece rappresenta le vecchie nomenclature?
Se scrutiamo la realtà attuale, oggi intorno al PD c’è uno scarso dibattito. Ciò significa che non c’è nemmeno la partecipazione della società civile alla formazione di questo nuovo soggetto. Questo mi fa dire che non c’è la volontà degli apparati di voler estendere anche alla società civile la formazione del nuovo PD. In questo senso si potrebbe pensare ad una pure operazione di apparato.
Allora perché è importante la nascita del PD?
L’innovazione vera sta nel riavvicinarsi ai problemi reali del Paese. In questi giorni ho avuto modo di contattare lavoratori stranieri che incontrano numerose difficoltà nell’inserimento nella società. Ma i problemi riguardano anche l’occupazione che è diventato un dramma quotidiano. Su queste sfide il PD deve offrire risposte chiare abbandonando le istanze del Palazzo e cercando di eliminare lo scollamento tra società civile e politica.

I lettiani chi appoggeranno alla segreteria regionale?
Abbiamo scelto Eugenio Mazzarella in quanto risponde ai criteri per i quali c’è stata la candidatura di Letta: discontinuità politica e rinnovamento non solo anagrafico ma anche biografico. Fa si che si realizzi la vera apertura alla società politica. Il PD non deve essere il mero contenitore di Ds e Margherita.
Come giudica il processo costituente in terra sannita?
Purtroppo non c’è un vero dibattito. Il PD sta nascendo in sordina, quasi nessuno ne parla se non gli addetti ai lavori. Tra la gente comune non c’è confronto, non si sta muovendo nulla. Per questo è importante allargare la partecipazione alla società civile anche chiedendo un impegno in prima persona.
Dopo il 14 ottobre il PD entrerà nei vari enti istituzionali del Sannio?
Mi auspico che questo avvenga perché dovrebbe essere il primo passo altrimenti significherebbe che il PD sta nascendo male. Però dopo il 14 ottobre dovrebbe esserci un unico partito e non una formazione frammentata con diverse correnti al suo interno.
Nel Sannio il PD affronterà presto la competizione elettorale delle Provinciali. Quale l’approccio per questa sfida?
Già nella formazione delle liste c’è bisogno di un rinnovamento non inteso come nuovismo ma per ridare entusiasmo a chi dovrebbe poi credere in queste istituzioni e in questo territorio. Bisogna poi tener conto delle competenze e delle capacità del territorio. Cosa che molto spesso viene mortificata.

Il PD nasce con una forte vocazione maggioritaria. Non teme la competizione con l’Udeur?
Dove c’è competizione c’è sempre la possibilità di crescere. Se nel Sannio ci sono due partiti che hanno l’ambizione di assumere questo primato non è un fattore negativo. Certo, non sempre i numeri rappresentano la vera forza di un partito. Il PD ha l’ambizione di essere soprattutto un partito di idee dando a tutti la possibilità di partecipare con proposte nuove. Ognuno, attraverso il proprio contributo, deve poter arricchire la proposta politica. E’ questa la vera ambizione del PD: far si che ci sia la disponibilità di tante competenze nei vari settori che spinte da questa apertura diano idee per migliorare il territorio.
Che quindi bisogno di meritocrazia?
E’ necessaria perché non possiamo essere più legati alla figura del politico come colui che è esperto solo in tatticismi e strategie. Abbiamo bisogno di persone che mettano a disposizione le proprie competenze per essere a servizio della comunità.
Cosa le fa sperare che ciò potrà avvenire?
Bisogna che tanti esponenti politici abbiano coraggio, non dico a farsi da parte, ma dare la possibilità ad altri di crescere. Noi abbiamo scontato un vuoto generazionale per la nostra classe politica. Non c’è stata la crescita dei trentenni e dei quarantenni. Per tanti anni la politica è stata rappresentata sempre dagli stessi uomini senza che altri potessero occupare spazi che erano propri. Il risultato è che la politica non ha risposto prontamente ai cambiamenti della società.
Letta sembra rispondere a questo profilo eppure finora la sua candidatura non ha riscosso enormi consensi…
Io aspetterei il 14 ottobre. I media forse non riscontrano questo eccessivo consenso perché oggi si parla solo di candidature e organizzazione ma non del dibattito sulle esigenze della gente. Nel momento in cui emergeranno i contenuti delle varie candidature, credo che verrà fuori il profilo di Enrico Letta.
Dopo il 14 ottobre che fine faranno i sostenitori di Letta?
Noi stiamo cercando di creare un gruppo di giovani e di donne per attuare un rinnovamento vero. Mi auguro che queste persone, che oggi si stanno spendendo con coraggio, continuino ad operare per una vera apertura del PD.

Pellegrino Giornale




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