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Nicola Boccalone (AN) al 'Sabato di Giornale'

Benevento - 10:58:58 3042 stampa questo articolo

Ospite al “Sabato di Giornale” è Nicola Boccalone, consigliere comunale di Alleanza Nazionale. Nel corso dell’intervista esprime un giudizio molto netto nei confronti della cosiddetta filiera istituzionale del centrosinistra che, a suo giudizio, “ha fallito nella programmazione dello sviluppo del territorio”.

Partiamo dal Comune di Benevento. Perché la Giunta Pepe ha mostrato la corda?
E’ un’espressione che ho utilizzato nel Consiglio Comunale che ha approvato i debiti fuori bilancio. Quella delibera è il frutto di un’impostazione che evidenzia l’incapacità di essere flessibili rispetto alle esigenze attuali. Quando si devono riconoscere debiti fuori bilancio si possono e si debbono trovare fondi anche attraverso la rimodulazione della spesa. Se ci sono ancora 300 mila euro per feste e festini e l’Amministrazione continua a dare soldi a tutti e poi invece adotta i debiti fuori bilancio senza risorse disponibili ma rimandando tutto al 2008 e 2009 significa che non ha capacità di autodeterminarsi. La Giunta avrebbe dovuto cambiare rotta rispetto alle esigenze del momento e non ingessarsi.
Il centrosinistra imputa ai vostri 13 anni di governo i mali finanziari dell’Ente?
Credo che il sindaco Pepe non abbia ancora capito che governare significa pensare al futuro e non continuare a parlare del passato. E’ stata la sua maggioranza ad approvare il conto consuntivo della nostra gestione con un avanzo di amministrazione. Questo è il dato: il centrosinistra ha scritto la nostra storia predisponendo il bilancio. Noi siamo partiti con un dissesto nel 1993 con un disavanzo di 300 miliardi delle vecchie lire. Il nostro operato si è chiuso con un conto consuntivo in positivo. Pepe dice parole che smentiscono i suoi fatti. Deve mettersi d’accordo con se stesso, con quello che ha fatto rispetto alla situazione finanziaria dell’Ente.
Intanto il sindaco è alle prese con la riduzione dei Consiglio d’Amministrazione. Secondo lei cosa riuscirà a fare?
Lui è obbligato a farlo sia per l’Asia che per l’Amts. Anche in questo caso il sindaco ha ereditato delle società da noi costituite con CdA di cinque consiglieri che sarebbero stati in linea con la legge se lui non avesse depauperato il capitale sociale. Ma il punto è un altro.
Alla stessa sfida è chiamato Nardone…
La riduzione non significa rispettare tutti i principi che tengono la finanza pubblica. La modifica degli statuti è l’occasione che Nardone deve cogliere per dimostrare che le società sono indispensabili, esempi corretti di evoluzione, positive per la collettività e che riescono ad interpretare l’interesse pubblico. Tutto ciò viene prima della riduzione dei CdA. Nardone deve dimostrare cosa ha fatto delle società: nelle assunzioni e nelle consulenze ha rispettato i criteri della pubblica amministrazione? Ma credo che lui sia molto distante dai criteri minimi di eccellenza che va propagandando in America.

Viespoli ha lanciato la proposta di un’unica agenzia per lo sviluppo sannita. E’ d’accordo?
Certamente. Anche se io dico che Pepe dovrà dimostrarci cosa ne ha fatto del Prusst in questi mesi: come ha preso le consulenze e come ha assunto le persone. Vale sempre la stessa regola: devi rispettare i criteri della pubblica amministrazione. Nardone deve farci comprendere perché ha fatto queste società, se sono indispensabili. Solo dopo si può discutere dei costi e ragionare sull’ipotesi di un amministratore unico che sostituisca gli attuali CdA. Si predispone un bando per reclutare manager dei servizi pubblici locali che sia in grado di gestire queste società. Ma ci vuole un progetto quando invece oggi vedo solo focolai di disamministrazione.
In che senso?
Al termine dell’esperienza Nardone avremo il dissesto della Provincia. Questo si verificherà. Anche solo con un esame sommario delle vicende finanziarie della Provincia, per quello che è stato messo in mezzo e una volta chiusi i rubinetti della Regione sarà una deflagrazione, uno scoppio amministrativo. Questa è l’eredità di Nardone: i presupposti per uno sfascio economico e politico.
Neanche i fondi strutturali europei hanno aiutato uno sviluppo corale del territorio sannita?
La gestione dei fondi 2000/2006 è stata un’occasione persa per il Sud. C’è stata una gestione comunista di queste risorse che ha portato a indici negativi. La crescita non la fa la quantità ma la qualità della spesa. Noi abbiamo saputo governare queste risorse ma viviamo un contesto regionale negativo dove mancano infrastrutture e servizi. Ora c’è Boffa che parla di Alta Capacità. Ma se lui è il principale colpevole di questo stato di cose che non ha prodotto nessun miglioramento.
Per la nuova programmazione proprio Boffa ha chiesto di puntare su pochi e qualificati progetti. E’ d’accordo?
I comunisti fanno sempre così: prima sperperano e poi si rigenerano. Ma il passato è opera loro. Boffa la smetta di dirci cosa dobbiamo fare. Sappiamo tutti da dove viene e quando si è stati bocciati bisognerebbe avere l’umiltà di tornarsene a casa. Per questa vicenda non esistono gli esami di riparazione.

Lei cosa propone?
La Regione agisce con la Giunta rispetto a ciò che compete al Consiglio. Non ci sono i livelli di programmazione definiti. Se manca il piano di sviluppo è impossibile gestire la spesa. Non c’è una pianificazione che assecondi le vocazioni e le storie dei vari territori per caratterizzare le varie province e collegarle tra di loro. Di tutto ciò non c’è traccia e anche le Province sono allo sbando.
Mancano le regole fondamentali?
Si arriva all’assurdo che la Provincia di Benevento ha un Piano Energetico Ambientale quando manca un normativa regionale sulla questione. Ritorno a dire: manca una programmazione. Lo sventramento dell’Alto Sannio con i pali eolici sarebbe stato evitato se lì fosse stata immaginata un’area agricola, di pascolo e di turismo.
Torniamo al Comune capoluogo. Il centrosinistra porterà al termine la consiliatura?
Arriveranno fino alla fine anche se c’è la dimostrazione di un’incapacità amministrativa. Io firmerei domani mattina per lo scioglimento del Consiglio Comunale. Le violazioni sono continue, e quando il silenzio cadrà, queste verranno tutte alla luce. Pepe continuerà ad occupare quella sedia ma non a svolgere il compito che la legge gli affida. Non c’è capacità di governare i processi e il cambiamento.
Il presidente del suo partito Verrillo vi ha chiesto di coinvolgere Capezzone nelle attività consiliari di gruppo. Seguirete il suo invito?
Sono per la libertà di pensiero e di azione. Nessuno può imporre ad altri determinate cose. In ogni gruppo ci sono conflittualità. Io non ho mai impiegato il tempo ad aggredire gli altri. Sono stato attaccato e mi sono difeso. Ma la politica è rispondere alle esigenze della gente il resto è ciò che sta dietro e capita nell’avvicendamento della politica. Verrillo è un presidente di sintesi. In quel momento bisognava agire in quel modo. Ora per guadagnarsi il consenso deve saper agire da presidente.

Pellegrino Giornale



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