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PD, 'Il Sabato di Giornale' con Teresa Ferragamo

Benevento - 10:40:48 3304 stampa questo articolo

Teresa Ferragamo, giornalista e consulente per la comunicazione, guida la lista “Con Rosy Bindi, democratici davvero” nel collegio 10. Al “Sabato del Giornale” spiega i motivi della sua candidatura per le elezioni primarie del Partito Democratico che si terranno il 14 ottobre.

Perché ha scelto di schierarsi al fianco del ministro Bindi?
Sto con Rosy Bindi innanzitutto perché è una donna che ha compiuto una scelta coraggiosa scendendo in campo per la costruzione del Pd nonostante avesse di fronte un candidato fortissimo come Walter Veltroni. Bindi è la prima donna che si candida alla segreteria nazionale di un partito nuovo. E’ una donna autorevole che ha dimostrato negli anni di saper fare delle scelte in piena autonomia anche durante il suo impegno nei ministeri. E’ un politico che sa stare vicino ai più deboli perché sente davvero forte l’impegno civile.
Quanto conterà la presenza femminile nel Pd?
Mi auguro che sia una presenza predominante. Credo che la regola dell’alternanza nella composizione delle liste possa essere utile per favorire la partecipazione delle donne affinchè scelgano la politica quale terreno di confronto, di impegno civile e sociale. Finora non è stato così in Italia, in Campania e anche nel Sannio. Basti pensare che né al Comune né alla Provincia abbiamo un assessore donna. Per quanto mi riguarda si tratta di un deficit di democrazia.
A proposito di regole, è stato un bene favorire le liste bloccate?
E’ stato un errore perché è dalla società civile che viene chiesto al centrosinistra di riformare una legge elettorale scandalosa che taglia il rapporto tra cittadini ed eletti. Mi sarei aspettata dal Pd una scelta di tipo diverso. Forse si è voluta evitare una competizione forte tra i vari candidati in campo affinché le primarie non si trasformassero in uno scontro e in una conta. Nonostante ciò andava dato un messaggio diverso.
I temi che spazio hanno trovato in questa competizione?
Rosy Bindi ha cercato di riempire di contenuti una campagna elettorale non facile. Purtroppo abbiamo assistito ad alcuni clamorosi scivoloni. Credo che la politica spettacolo, il pensare all’immagine prima di tutto, l’aggrapparsi a dei volti noti per catturare il consenso non paghi. La gente ha bisogno di risposte serie su temi seri. Noi vogliamo un partito democratico della gente comune e non dei vip.

Lo scenario regionale come le appare?
Si è tentato di dare delle risposte ben sapendo che la Campania è una regione difficile da governare. Naturalmente si può e si deve fare di più. Attraverso il Pd si possono dare delle risposte nuove, intercettando i bisogni reali della gente.
Perché non avete presentato un candidato alla segreteria regionale?
Già sono troppi i candidati che sono stati presentati. Abbiamo deciso di non presentarne un altro perché altrimenti la gente non avrebbe capito, sarebbe stato difficile farci seguire. La confusione a cui abbiamo assistito non è il Pd che dobbiamo presentare all’opinione pubblica.
Detto questo, con chi vi schierate in Campania?
Vedremo dopo il 14 ottobre cosa accadrà. Non ci interessa entrare in questo tipo di competizione.
Possiamo dire che leader naturale dei bindiani in Campania è Annamaria Carloni, moglie del presidente Bassolino?
Lei ha compiuto una scelta coraggiosa che solo una donna poteva fare. Ha agito in piena autonomia così come ha dimostrato di saper fare in tanti anni. Poteva stare all’ombra del marito, invece ha costruito un proprio consenso dando vita a Napoli ad un gruppo di donne che hanno idee chiare su alcuni temi a partire dalla partecipazione pubblica delle donne.

Il Pd cosa può significare per il Sannio?
Credo che debba cercare di scardinare alcuni apparati, offrire prospettive nuove e riformatrici. Certamente va colto lo sforzo compiuto dalla Provincia in questi anni, però bisogna ampliare la prospettiva, offrendo opportunità a energie nuove come giovani e donne.
Sono tanti a parlare dei limiti di questa nuova operazione politica. Cosa fa ben sperare per il futuro?
Se guardiamo le liste Bindi c’è già un segno di discontinuità: c’è maggiore società civile rispetto alle altre. E spero che le persone comuni e i volti sconosciuti possano riappropriarsi della politica a partire dal Pd. Non penso che possa bastare la fusione degli apparati che pure sono importanti e devono continuare a dare un contributo.
Dopo le primarie camminerete uniti insieme agli altri nel Pd?
Noi delle liste Bindi non siamo alla ricerca di posizionamenti e spero che il Pd non riproduca le vecchie logiche di potere. Il 14 ottobre nessuno deve lavorare per contare di più il 15. Insieme dobbiamo costruire prospettive nuove per il territorio e non per noi stessi.
Il Pd deve mantenere l’alleanza di centrosinistra?
Il dialogo con la sinistra è fondamentale anche perché ci sono temi che non possiamo demandare all’ala radicale. Dobbiamo cercare un dialogo e un confronto costruttivo su temi importanti. L’appello è a un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti con la capacità di saper fare anche dei passi indietro se necessario.

Pellegrino Giornale



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