Benevento: congresso AN, Martini al 'Sabato di Giornale'

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Ettore Martini, consigliere comunale di Alleanza Nazionale a Benevento, parla al “Sabato di Giornale” del congresso provinciale del partito che si terrà nel prossimo fine settimana. Spazio anche alle principali questioni amministrative.

Il partito si unirà sul nome di Salvatore Verrillo così come auspicato dal senatore Pasquale Viespoli?
Il congresso è già archiviato perché su Verrillo sono tutti d’accordo. Non mi sembra però una scelta compiuta sui contenuti ma c’è solo un’intesa di facciata.
Lei quindi non lo voterà?
Credo proprio di no. Io non voto le persone ma i programmi che fino ad ora non ne ho visti.
Perché Roberto Capezzone ha fatto un passo indietro?
Non aveva scelta. In questi anni non ha fatto nulla, ha solo gestito il partito a proprio uso e consumo. Ha capito che era giunto il momento di mettersi a credito. La verità è che ha perso l’occasione di farlo spontaneamente.
Le divisioni interne sono da imputare solo a Capezzone?
Chi ha la responsabilità di governare il partito si deve porre il problema dell’unità. Non si può buttare la colpa sugli altri. E’ stato il segretario provinciale a non saper creare unità intorno alla sua figura. Accanto a ciò, non è stato capace di portare avanti un’attività politica. Non si è costruita in provincia una classe dirigente che possa sostenere il confronto. Non si è favorita la crescita degli altri.

Qual è lo stato del partito in provincia?
A parte rare eccezioni, il partito non esiste. La militanza è scomparsa. Le tessere sono state fatte in funzione del momento elettorale del congresso. Non è stato fatto niente per continuare l’attività iniziata nel 1998 quando ci sforzammo di attrarre la cosiddetta società civile intorno al partito.
In città c’è solo il protagonismo del gruppo consiliare?
Qui una classe politica esiste. Ma anche in provincia c’è solo che non ha la possibilità di esprimersi. Dico di più. C’è anche un potenziale di attrazione verso AN. Voglio ricordare che nel 2001 il partito ha raccolto nella quota proporzionale il 28% dei consensi. Un dato che dimostra che ad AN si può votare. Il problema era trattenere quel voto, consolidarlo. Cosa che non è stata fatta visto che alle provinciali ci siamo bloccati al 7%.
Capezzone vi accusa di far politica fuori dalle sedi di partito sull’onda della lista Partecipazione?
Capezzone intanto può parlare perché c’è stata Partecipazione. Una lista che ha anticipato le dinamiche nazionali.
Intanto lei e Nicola Boccalone avete fondato l’associazione Epicentro…
E’ un tentativo di uscire fuori dal ghetto del partito. Oggi bisogna parlare anche al resto del mondo visto che ormai il dibattito si svolge fuori dai partiti che sono una minoranza del panorama sociale del Paese. La gente non si avvicina alla politica perché i partiti sono chiusi, le candidature vengono da Roma.
Il progetto della lista “Io con D’Alessandro” che fine ha fatto?
Ci sono stati dei tentativi di andare avanti, ma quella era fondamentalmente una lista elettorale. Purtroppo gente poco abituata a fare politica si scoraggia facilmente. I partiti poi certamente non danno una mano da questo punto di vista.

Che ruolo sta giocando il senatore Viespoli in questo marasma?
Da persona responsabile sa che deve tenere quanto più unito è possibile il partito. Ma sa bene che questa è una fase transitoria rispetto al partito unico. Anche il nostro congresso è solo un passaggio.
Lei è favorevole ad un’aggregazione più ampia nel centrodestra?
E’ nella logica delle cose. Se vogliamo coltivare il bipolarismo è questa la strada. Certamente a Benevento siamo lontanissimi da questa visione a causa dei balletti dell’Udeur che destabilizza tutti. Bisogna fare patti chiari con gli elettori senza seguire le sirene dei mastelliani. Questo non deve più avvenire.
Però anche voi nel centrodestra avete problemi enormi. Quale opposizione per Palazzo Mosti?
Il nostro gruppo fa un’opposizione intransigente. Quando si parla di opposizione moderata e dialogante è aria fritta. Noi dobbiamo esercitare il ruolo conferitoci dagli elettori: dobbiamo incalzare l’Amministrazione. Certamente qualche equivoco bisognerà pur chiarirlo all’interno del centrodestra. I partiti devono capire che così come sono non vanno da nessuna parte. Non basta unire le nomenclature, è necessario entusiasmo.
La Giunta Pepe è al primo giro di boa. Che giudizio si sente di esprimere?
E’ difficile esprimere un giudizio sul nulla. Al di là delle battute, io vedo dei pericoli all’orizzonte. Questa è un’Amministrazione che non ha un progetto per la città, si guarda solo alla gestione del giorno per giorno. Non hanno una leadership, una mente illuminata, ma solo una forza dominante.
Rientra il questo discorso anche il Bilancio di previsione 2007?
Il primo bilancio di una nuova Amministrazione dovrebbe contenere dei sogni. Qui invece ci troviamo dinanzi ad un provvedimento che mantiene la struttura degli anni precedenti. C’è poi qualche furbizia per raggranellare un può di finanza ai fini del clientelismo. Di strategico non c’è nulla. Quali sono le opere che fanno intravedere la grande Benevento di cui tanto si parla?
Lei ha sottolineato più volte le carenze della Giunta sulla questione dell’elettrodotto. Può ribadirle?
Spero che si tratti di omissione e non di volontà di determinare in un certo modo le cose. Io credo infatti che ci sia ignoranza e sciatteria. Che la Terna stesse lavorando a questo progetto lo si sapeva da tempo. La vecchia Amministrazione aveva sempre espresso grandi perplessità. Ora il Comune non ha mosso un dito nonostante la concertazione istituzionale che chiedeva di stoppare il progetto o comunque di provvedere all’interramento. La verità è che ancora una volta il nostro territorio viene concepito come terra di conquista e non come occasione di sviluppo per la nostra comunità.

Pellegrino Giornale



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